Lucia Volpe

Un accorato appello al prefetto di Caserta Lucia Volpe per le pessime condizioni in cui versa via Diaz ad Orta di Atella. Dopo il crollo parziale di un palazzo avvenuto nella notte dello scorso 21 novembre la strada è ancora in una situazione di totale degrado per il disinteresse dell’amministrazione comunale targata Antonino Santillo. È fortemente a rischio l’incolumità fisica e la sicurezza sanitaria dei residenti, al punto che Antonio Russo, comproprietario di una parte di un immobile sito al civico 54, ha inviato una dettagliata missiva, corredata da numerose foto, alla Prefettura per chiedere di “ovviare a questa incresciosa situazione che perdura ormai da mesi, che genera nei residenti una sensazione di abbandono da parte delle istituzioni pubbliche e uno stato di incessante preoccupazione per la propria incolumità fisica e sanitaria”.

Basta guardare il book fotografico (immagini in basso) allegato alla lettera per rendersi conto dello stato di degrado di via Diaz a distanza di ben otto mesi dal crollo causato da una mega voragine nel manto stradale. Dal 21 novembre l’ente locale ha messo in campo soltanto gli interventi per far fronte all’emergenza, senza però intervenire per superare la precarietà e mettere in sicurezza l’intera area. Un immobilismo inaccettabile che sta creando enormi disagi ai residenti. “Il tratto di via interessato dal crollo (dal civico 56 al civico 60) – si legge nella missiva del signor Antonio Russo – risulta ancora adesso inibito alla sola circolazione stradale, comunque è precariamente accessibile a ciclomotori e velocipedi. Le condutture della rete idrica furono deviate utilizzando tubazioni in materiale “Pvc” di diversi diametri che ancora oggi attraversano la sede stradale tanto da creare disagio alla circolazione pedonale e veicolare. Nelle prospicienze del civico 61, dove si diparte la predetta tubatura è situato un cumulo di basole, queste, anche se assicurate in modo alquanto incerto da una transenna metallica, sono facilmente raggiungibili, infatti alcuni residenti lamentano le facili asportazioni delle stesse da parte di persone non autorizzate. Inoltre – fa notare Russo – si segnala che la tubatura utilizzata, di maggior diametro per bypassare la rete idrica, per un tratto, si trova attualmente ancorata alle rispettive ringhiere che delimitano le proprietà dei civici 52/54, tanto da destare viva preoccupazione nei residenti per la propria incolumità”.

Con minuzia di particolari il signor Antonio Russo rappresenta al prefetto lo stato di abbandono di via Diaz. “Sulle porzioni restanti delle ali poste a destra e sinistra dell’immobile in questione prospicienti la via, – recita un altro passo della missiva – si notano sospese sezioni di muratura in tufo alquanto insicure; inoltre, in prossimità dell’ala sinistra si nota una putrella in metallo lasciata penzolante in prossimità del margine stradale. Sul selciato in prossimità della facciata tra il civico 56 e il civico 54 sono state lasciate accatastate le lunghe putrelle in metallo, facenti parte del solaio dell’immobile crollato. Tali elementi sono soggetti, durante le ore notturne, a prelievi da parte di persone sicuramente non autorizzate. Antistante i civici 54,61 e 91 si nota la parziale assenza del basolato, asportato a seguito del crollo, gli scavi prodotti, che interessano la totale larghezza della via, sono stati sostituiti da una calcina arenaria inconsistente, friabile e non eterogenea. Le basole rimosse sono state disordinatamente accatastate ai margini della via, creando un evidente pericolo per la circolazione veicolare e soprattutto quella pedonale. Significative sono le disconnessioni presenti tra gli elementi che formano il lastricato”.

Vito Buonomo e Angelo Brancaccio

Come detto, la descrizione per iscritto del totale degrado in cui versa via Diaz trova piena corrispondenza nelle foto allegate alla missiva dal signor Antonio Russo e inviate al prefetto Volpe. È inspiegabile come a otto mesi dal crollo la strada sia ancora in queste condizioni. Per la demolizione del palazzo parzialmente crollato Vito Buonomo, responsabile del settore Urbanistica del comune, lo scorso dicembre ha conferito un appalto diretto di 52mila euro alla ditta Costruendo, attivata appena due mesi prima. Buonomo è stato fortemente voluto dall’ex sindaco Angelo Brancaccio, capo indiscusso del gruppo politico-consiliare Coraggio, condannato a 4 anni e 6 mesi per associazione mafiosa proprio per questioni urbanistiche legate al famigerato sacco della città. In questo settore non esiste al mondo uno sponsor migliore di Brancaccio. Non si trova nemmeno in un’altra dimensione. Se poi si considera che l’assessore all’Urbanistica è Tonino Russo, anche lui brancacciano, allora i cittadini possono dormire sonni tranquilli. Orta di Atella è in ottime mani. Mani esperte. Capaci di tutto. Da qui a breve racconteremo cosa bolle in pentola. L’affidamento diretto disposto da Buonomo è illegittimo sia in base al Codice dei contratti pubblici, sia alla luce di una recente sentenza della Cassazione penale. Per i giudici della Suprema Corte la mancata verifica delle pregresse esperienze lavorative dell’operatore economico prescelto configura il reato di falso in atto pubblico, punibile con la reclusione da uno a sei anni (clicca qui per l’articolo). Ne torneremo a parlare nelle prossime puntate. Intanto chi ha distrutto la città ha ancora il coraggio di dettare legge. E tenta goffamente di “ripulirsi”. Ma al massimo può riciclarsi. Come ha fatto con i fiumi di soldi sporchi delle colate di cemento.

Mario De Michele

LE FOTO DEL DEGRADO IN VIA DIAZ

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