
di Mario De Michele
“Alla 27esima falsa partenza ci fu il clamoroso suicidio dello starter. Fantozzi fu obbligato a sostituirlo spontaneamente!”. Per descrivere l’ennesima crisi in maggioranza basterebbe ricordare l’esilarante scena di uno dei celebri film di Luciano Salce con Paolo Villaggio che interpreta il ragioniere più iconico della cinematografia italiana. Non si contano più infatti le false partenze della coalizione griffata Franco Matacena. Già con la formazione della nuova giunta sindaco e alleati di governo misero il piede in fallo. Dopo un mese di estenuanti trattative la montagna partorì un topolino. Naufragò miseramente la nobile aspirazione della neo fascia tricolore di nominare un esecutivo di alto profilo. Prevalsero gli interessi di bottega e la squadra di governo fu formata in base alla rigida logica spartitoria del manuale Cencelli. Sul piano amministrativo i risultati si sono rivelati catastrofici. In un anno di gestione la nave dell’ammiraglio Matacena non ha mai preso il largo. È rimasta ancora alla riva. Quando ha cercato di procedere in mare aperto ha solcato sempre acque agitate. Il vicesindaco e assessore a tante cose Alfonso Oliva la zavorra più pesante. Non ne ha azzeccata. Ogni sua iniziativa si è rivelata un totale fallimento.

La sua incapacità amministrativa si è intrecciata con i suoi vistosi limiti politici. “Pronti, via”, ha perso uno dei due consiglieri della lista Aversa Italia. Adele Ferrara ha preso le distanze dal modo padronale di Oliva di gestire il gruppo consiliare. Non le si può dare torto. Una come lei non avrebbe mai svolto il ruolo di cagnolino di compagnia del promotore di Aversa Italia. Per fortuna Ferrara non è come Massimo Virgilio, sempre allineato e coperto perché ama il padel (si vedano i 4 campi che la famiglia Tulipano, la sua, dovrà realizzare a ridosso del cimitero) e il teatro Cimarosa (indicativi i fondi comunali stanziati, altra questione familiare). La cifra distintiva dell’inadeguatezza amministrativa di Oliva è la debacle del Natale ad Aversa, la peggiore manifestazione della storia della città organizzata da un assessore ai Grandi eventi. Per non parlare del caso Ibello (clicca qui). Al tempo dei partiti e della politica sarebbe bastato molto meno per accompagnare alla porta un membro della giunta così manchevole. Come sottofondo musicale alla “dipartita” di Oliva sarebbe stato scelto “Telefonami tra vent’anni”, bellissimo e poco noto brano di Lucio Dalla.
Al tempo dei partiti e della politica sarebbe stato preso con la collottola e cacciato fuori dalla maggioranza anche il consigliere Virgilio. Su Fb ha definito Ferrara “inetta e utile idiota”. Nemmeno l’opposizione si è mai sognata di utilizzare termini così offensivi e per nulla istituzionali. Ma oggi vanno di moda le coalizioni civiche, marmellate indistinte, carrozzoni elettorali vincenti, ammucchiate di amici-serpenti. E alla 27esima falsa partenza in assise, stavolta sul Dup e sui riequilibri di bilancio, Mottola-Fantozzi è stato obbligato a sostituire spontaneamente lo starter-Aversa Azzurra per consentire al team di governo di approvare almeno il punto sui conti pubblici. Il ribaltone dell’ex pentastellato, a un passo dall’adesione ad Aversa Moderata, è stato opera di Giovanni Innocenti, ferrato in materia perché già protagonista di un triplo salto carpiato durante l’amministrazione di Alfonso Golia, quando il patto di ferro tra Giovanni Zannini e Stefano Graziano consentì la trasmigrazione dei Moderati dai banchi della minoranza a quelli della maggioranza.

Non è la prima volta che il presidente dell’assise raddrizza il timone della nave di Matacena evitando che vada a sbattere contro un iceberg. L’operazione Mottola è soltanto l’ultima delle tante manovre di salvataggio di una coalizione che ad ogni piè sospinto inciampa in problemi di ogni sorta. Tra i limiti della maggioranza, forse anche del sindaco, c’è l’approccio con Innocenti. Invidie e personalismi prevalgono su alcuni dati oggettivi: sul piano politico il presidente del civico consesso ha una marcia in più, potrà dispiacere a qualcuno ma è così; sul terreno numerico è il leader della prima forza della maggioranza e del consiglio, rinfoltita dall’imminente ingresso di Mottola e dalle possibile adesione di Raffaele De Gaetano. Presto in assise Aversa Moderata conterà sul sostegno di ben 7 componenti. Come si fa, lo chiediamo a Matacena, a non comprendere che il suo principale alleato deve essere Innocenti? Che, dal canto suo, ha sempre mostrato piena e vera fedeltà al sindaco, a differenza di altri, come Oliva, che come l’orologio dell’Annunziata hanno un comportamento a doppia faccia.

Un’altra questione che si è incancrenita e che va risolta in tempi rapidissimi riguarda la posizione di Aversa Azzurra. Gianpaolo Dello Vicario continua a battere la strada del partito di lotta e di governo. Sui media parla come se fosse all’opposizione, nelle istituzioni esprime un assessorato, quello di Tania Barella, e deleghe importanti. Una doppiezza che logora la maggioranza, per primo il sindaco, e che crea confusione tra i cittadini, perché Matacena e company appaiono alle prese con una crisi politica permanente. Da sempre, ma in particolare dallo scorso aprile, gli azzurri continuano a tirare la corda. Anche i bambini in fasce hanno capito la tattica di Dello Vicario e company: più poltrone e più incarichi. Le dichiarazioni a mezzo stampa lasciano il tempo che trovano. Sono mera propaganda infarcita di demagogia. Ma è giunta l’ora di tirare le somme. Una volta per tutte Matacena deve sciogliere il nodo Aversa Azzurra: o sta in maggioranza remando nella direzione della squadra di governo oppure non è più compatibile con la coalizione civica. E quindi si deve lavorare, se ci sono le condizioni, ad un assetto nuovo che sia coeso e proiettato alla risoluzione delle questioni urgenti della città.

Finora il fuoco amico di Aversa Azzurra ha contribuito a ledere ancor di più la già minata immagine di Matacena e della giunta. Se il sindaco non stopperà questo gioco al massacro la “fase 2” della maggioranza sarà un miraggio e l’amministrazione non avrà vita lunga. Un modo semplice per rilanciare l’azione di governo c’è: il primo cittadino deve creare un solido asse con Innocenti, deve fidarsi di lui, senza farsi condizionare da chi, in primis Oliva, gli sussurra nell’orecchio durante le quotidiane scarrozzate in auto che il numero uno di Aversa Moderata vorrebbe fare il sindaco al suo posto. Tutte balle. A breve termine il presidente dell’assise ha altri progetti. Peraltro agevolmente intuibili: vuole candidarsi alle provinciali per fare il braccio destro di Anacleto Colombiano. In prospettiva, qualora Zannini sbarcasse a Roma, ambisce al parlamentino campano. Più chiaro di così…












