Emanuela De Chiara

Se qualcuno pensa di sbarazzarsi di Emanuela De Chiara con frasi di circostanza, peraltro intrise di bugie, ha fatto male i conti. Il segretario generale del comune di Aversa è un bastione di legalità. Un garante della legittimità degli atti. Invece di essere osteggiata dagli esponenti della maggioranza, come avviene ormai già da un bel po’, dovrebbe essere tutelata e messa nelle migliori condizioni possibili per svolgere il suo delicato e importante ruolo. L’ennesima contrapposizione tra la giunta e il massimo dirigente comunale è scoppiata sul servizio mensa scolastica, tuttora sospeso per gravi inadempienze politico-amministrative. Il nemico giurato della dottoressa De Chiara è il vicesindaco Alfonso Oliva, fino al 3 settembre delegato alla Pubblica istruzione, incarico ribattezzato dai cittadini Pubblica distruzione per i mastodonti fallimenti del promotore della lista Aversa, Italia.

La mela della discordia è la proroga del servizio svolto nel precedente triennio dalla ditta La Mediterranea. Per l’immobilismo di Oliva il contratto tra il fornitore e l’ente è scaduto senza avviare nel frattempo l’espletamento della gara per l’affidamento del nuovo appalto. Per non parlare del fatto che il contratto non è mai stato formalizzato dagli uffici comunali (sic!). Giovanni Gangi, dirigente dell’area Servizi al cittadino, ha adottato il preliminare di gara fuori tempo massimo, ovvero lo scorso 7 luglio (link in basso). Sennonché dal 30 giugno il comune di Aversa non possiede più la qualificazione di stazione appaltante. In altre parole non può espletare le gare, come si evince dalla delibera di giunta approvata ieri (link in basso).

Il municipio di Aversa

Come mai Gangi il 7 luglio adotta il preliminare di gara per il sevizio mensa scolastica, cioè una settimana dopo la sospensione della qualificazione di stazione appaltante dell’ente? Non ne sapeva nulla? C’è di più. Il primo luglio il dirigente incarica Luca Biondi, residente a Monza e domiciliato a Giugliano, come supporto al Rup. Costo: 6.041 euro. Due atti probabilmente illegittimi poiché, come detto, la delibera per far riottenere al comune la qualifica di stazione appaltante è stata licenziata dall’esecutivo soltanto ieri. Non solo. Perché Gangi, prima di avviare l’iter per la gara e prima di nominare il supporto al rup, non comunica agli amministratori che l’ente non è nelle condizioni di espletare gare?

Alfonso Oliva

Buttare la croce soltanto addosso al dirigente sarebbe scorretto. La domanda veramente rilevante sul piano politico-amministrativo è un’altra: dov’era l’allora assessore alla Pubblica istruzione Oliva? Era suo dovere preoccuparsi che le carte per il nuovo appalto mensa fossero a posto. Era notorio che il servizio svolto dalla ditta La Mediterranea fosse in scadenza. Perché Oliva non ha mosso un dito? Gli avversari politici parlano di “dilettantismo amministrativo”. In effetti il leader di Aversa, Italia, a poco più di un anno dalla sua nomina in giunta, sembra vittima dell’impietosa legge del contrappasso: lui che definiva i precedenti amministratori “dilettanti allo sbaraglio”, oggi viene criticato per essere il più dilettante dell’attuale team di governo.

Ma torniamo al segretario generale. Sulla scorta della documentazione la De Chiara si è opposta alla proroga del servizio mensa alla ditta La Mediterranea. Come darle torto? Basterebbe conoscere il significato del termine proroga per comprendere che un appalto può essere prorogato soltanto in due casi: se è ancora in essere o se è stato avviato l’iter per l’espletamento di una nuova gara. Nel caso di specie il servizio è scaduto e il comune non poteva espletare la gara perché non può fungere da stazione appaltante, alias non è in possesso dei requisiti di legge per affidare appalti. Eppure, anche nella giornata di ieri, il sindaco Matacena e la giunta hanno chiesto nuovamente al segretario generale di apporre il visto di legittimità sulla proroga del servizio. Dopo un altro lungo confronto, nel quale non sono mancati momenti di tensione, in particolare tra la De Chiara e Gangi, perché secondo il dirigente si potrebbe comunque procedere alla proroga, il segretario generale ha ribadito, a ragion veduta, che la procedura è irregolare.

Franco Matacena

Il pressing di Matacena e company su De Chiara è asfissiante perché l’inadeguatezza amministrativa di Oliva, che ha determinato il mancato avvio del servizio mensa all’inizio dell’anno scolastico, sta causando gravi disagi ai cittadini. Di fronte a una situazione divenuta insostenibile i rappresentanti dei genitori del IV circolo didattico “Domenico Cimarosa” hanno inviato al comune una richiesta di accesso agli atti e hanno chiesto un tavolo di concertazione tra i presidi delle scuole di Aversa, gli amministratori locali e i portavoce dei genitori. Hanno anche inviato una diffida all’ente per interruzione di pubblico servizio.

La rivolta delle famiglie ha messo con le spalle al muro sindaco e assessori. Da qui l’azione insistente sul segretario generale invitato, per così dire, a chiudere un occhio sulla proroga del servizio. Ma con la De Chiara hanno “sbagliato palazzo”. Nemmeno ieri c’è stato un passo indietro. E l’attrito con Matacena e Oliva si è acuito. Già mercoledì scorso si è arrivati a un passo dalla rottura definitiva. Il massimo dirigente ha presentato al sindaco la risoluzione del contratto, ma la fascia tricolore non l’ha recepita per alcuni passaggi contenuti nella lettera. De Chiara avrebbe scritto che tra le ragioni del suo addio ci sarebbero “condizioni ambientali” che non le consentono di svolgere a pieno il suo ruolo. Dal canto suo, per evitare l’apertura di un altro spinoso caso, Matacena le avrebbe chiesto di motivare la sua scelta con la formula di facciata dei “motivi personali”. Giustamente De Chiara non è e non sarà mai disposta a farlo. Mentire non le appartiene.

Mario De Michele

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