Prima era colpa del segretario generale Emanuela De Chiara, costretta a dimettersi, è bene ricordarlo, per le minacce, le pressioni e gli atteggiamenti intimidatori del vicesindaco Alfonso Oliva. Se tutti i maschietti fossero come lui le donne salirebbero in massa sul primo shuttle disponibile con destinazione Marte. Biglietto solo andata. Poi, come d’incanto, e soprattutto come se non fosse successo nulla le responsabilità sono state scaricate sulla passata amministrazione griffata Alfonso Golia. Del resto in politica puntare l’indice contro i predecessori per i problemi di oggi, quelli “qui e ora”, è lo sport più praticato al mondo. Un po’ come dire: “Adesso governo io, ma non sono in grado di risolvere i guai fatti da coloro che mi ha preceduto, quindi prendetevela con loro”. Se non fosse che in campagna elettorale la madre di tutte le promesse è sempre la stessa: “Risolveremo i problemi della città, a partire da quelli creati da chi ci ha preceduto”.

Ed ecco, puntuale come un Rolex di fascia alta, il prevedibile gioco a rimpiattino sul mancato avvio del servizio mensa scolastica. Oh, ci fosse qualcuno che dica: “È colpa nostra, abbiamo sbagliato, ora cerchiamo di rimediare”. Macché. Tutti a loro agio negli abiti di turisti svedesi in giro per ammirare le bellezze di Aversa. Il vacanziero più spensierato è il vicesindaco Oliva. Dall’insediamento dell’amministrazione a trazione Franco Matacena e fino allo scorso 4 settembre, appena un mese fa, ha ricoperto la carica di assessore alla Pubblica istruzione. Ma per come si è defilato da una vicenda che lo vede protagonista assoluto in negativo sembra che nessuno gli abbia comunicato in oltre un anno che era proprio lui il delegato alla PI. Eppure sotto il decreto di nomina c’è la sua firma per accettazione. O non ha firmato lui o forse un attimo dopo aver scritto il proprio nome e cognome Oliva ha rimosso di essere stato incaricato dal sindaco di occuparsi della Pubblica istruzione. Un assessore fantasma, fino al punto per un lungo periodo non si è ben compreso se il delegato al ramo fosse lui o Pietro Giglio, con il consigliere di Aversa Moderata baldanzoso per aver preso due piccioni, pardon settori, con una fava.
Le vacanze di Oliva sono terminate quando gli hanno fatto notare che c’era un problemino da risolvere: il servizio mensa appaltato per un triennio alla ditta La Mediterranea giungeva al termine quest’anno. “Oh caspita! Me lo dite soltanto ora che avevo programmato le ferie estive”, avrà risposto indispettito l’assessore. Ma poi si è rimboccato le maniche e si è dato da fare in linea con quanto fatto per gli eventi natalizi mancati e con l’estate ad Aversa post-datata, che resteranno nella storia amministrativa della città normanna. Peggio di così non si era mai fatto prima. E quasi certamente non si farà mai più in futuro.

Qual è stata la prima mossa di Oliva per ovviare al mancato avvio del servizio mensa? In primis ha preteso che il segretario generale sottoscrivesse il contratto con La Mediterranea dopo 3 anni dall’affidamento dell’appalto. La De Chiara, che ha la cattiva abitudine di essere ligia alla legge, gli ha fatto presente che l’eventuale stipula sarebbe stata illegittima. Non l’avesse mai detto. Da quel momento Oliva l’ha messa in croce con un simpatico corollario di intimidazioni, toni irrispettosi e ingerenze, almeno stando alla nota inviata a Matacena dalla dottoressa De Chiara. Una missiva da brividi che molto probabilmente farà parte di un dossier che ben presto andrà al vaglio della Procura del Tribunale Napoli Nord. Sulla scrivania del prefetto di Caserta è già approdato. E ne vedremo delle belle.

La seconda mossa di Oliva, a dire il vero scontata, è stata quella di dare la colpa all’assessore alla Pubblica istruzione ai tempi della giunta Golia, tale Giovanni Innocenti, oggi presidente dell’assise e leader di Aversa Moderata, sulla carta suo alleato di governo. Com’è nel suo consolidato stile Oliva non lo ha detto né chiaramente, né soprattutto esponendosi in prima persona. Lo ha veicolato tramite i suoi canali politico-mediatici. E quindi Innocenti è finito al muro con l’accusa di non aver fatto firmare il contratto nel 2022. Menomale. Se l’allora assessore Innocenti si sono intromesso in atti gestionali avrebbe commesso un grave reato. La stipula del contratto, come stabilisce la legge, è di esclusiva competenza degli uffici comunali preposti, in base alla sacrosanta separazione tra l’indirizzo politico, che spetta agli amministratori, e la gestione che è di competenza di dirigenti e funzionari comunali.

In pratica Oliva pretendeva che Innocenti, in qualità di assessore dell’epoca, commettesse violasse le norme, ma per fortuna o per diligenza l’attuale timoniere del civico consesso si è guardato bene dal farlo. In conclusione, secondo Oliva, Innocenti è colpevole perché ha osservato la legge. Ad occhio qualcosa non torna. Non torna nemmeno la difesa d’ufficio di Matacena. Nella riunione con i genitori nell’aula consiliare il sindaco ha spalleggiato Oliva. Anche per la fascia tricolore la responsabilità della mancata stipula del contratto ricadrebbe sulla passata amministrazione Golia. Ergo, su Innocenti. Ma perché ricorrere in un modo così pacchiano allo scaricabarile? Davvero qualcuno pensa di gabbare le mamme e i papà degli alunni rimasti senza pasti? Suvvia. Anche i bambini dell’infanzia sanno che per continuità amministrativa spettava a chi è in carica oggi il compito di evitare l’interruzione del servizio. E tutti sanno che il vero colpevole è Oliva, il quale quando è stato nominato assessore alla Pubblica istruzione doveva occuparsi della scadenza dell’appalto, con annesse problematiche burocratiche, inclusa la mancata stipula del contratto. È così semplice. Ma in politica dire la verità è la cosa più difficile al mondo. E poi ci lamentiamo che la gente non crede più nelle istituzioni.
Mario De Michele












