
Non passa la linea di Susanna Camusso. Salvo sorprese, che nel Pd sono sempre dietro l’angolo, i vertici nazionali del partito non daranno l’ok al repulisti del commissario provinciale di Caserta, intenzionato a candidare tutti volti nuovi alle regionali della Campania in programma il 23 e 24 novembre. Per la senatrice l’appuntamento elettorale avrebbe dovuto segnare una netta discontinuità rispetto al passato, a partire proprio dai nomi della lista dem. No agli “uomini di fiducia”, no a chi ci ha già provato, no alle facce note. Un reset totale del Pd di Terra di Lavoro per poi riavviare il partito su basi diverse, nella speranza di superare i personalismi e le rendite di posizione che lo hanno condotto alla stagnazione. Ma secondo il gruppo dirigente romano la strategia della Camusso è troppo rischiosa sul piano elettorale e decisamente pericolosa sul terreno politico. Spazzare via d’un colpo i dem storici dalla lista determinerebbe un effetto domino devastante: sparirebbero le già poche certezze di un partito in coma profondo da anni. Insomma sarebbe un un salto nel buio. Meglio essere più prudenti.

E quindi a Roma sembra aver prevalso il pragmatismo. Nelle prossime ore potrebbe arrivare l’input decisivo per la composizione di una lista rappresentativa di tutte le componenti interne e formata da persone con un lungo corso politico alle spalle. In altre parole disco verde ai candidati elettoralmente ben messi perché un eventuale flop alle regionali sarebbe un disastro per tutti. La Camusso ha detto “obbedisco”, ma con una postilla tutt’altro che secondaria: se non passa la linea del rinnovamento radicale cadono di conseguenza tutti i veti sui nomi. Un messaggio forte e chiaro a Stefano Graziano che non si accontenta di mettere in campo il suo delfino Marco Villano ma punta all’esclusione di Massimo Schiavone per eliminare a tavolino un concorrente che darebbe filo da torcere al fedelissimo del deputato. Il commissario provinciale si è opposto ai soliti giochetti di Graziano. Per la senatrice se passa il principio del “tutti dentro” non regge più la logica dell’esclusione di questo o quel candidato.

Su questo punto tra Camusso e Graziano si è aperto uno scontro neppure tanto velato. Difficilmente la spunterà il parlamentare di Teverola. Sul piano politico la sua posizione è insostenibile. Non si comprende perché Schiavone, candidato proprio da Graziano alle precedenti regionali, e inserito da Antonio Misiani nella lista Pd alle europee del 2024, dovrebbe essere depennato. Oltre a Villano di Aversa e a Schiavone di Sessa Aurunca scenderà in pista anche Lucia Esposito di San Nicola la Strada, già assessore provinciale, consigliere regionale e senatrice. Un nome ben visto da dirigenti e militanti del partito e che può contare su una base di partenza di oltre 7mila voti raccolti alle regionali del 2020. Sulla carta Esposito, Schiavone e Villano sembrano i favoriti nella corsa ad uno scranno nel parlamentino campano, con i primi due avanti di una spanna.

In corsa ci saranno inoltre l’ex deputato Camilla Sgambato di Santa Maria Capua Vetere, moglie di Giuseppe Stellato, già consigliere regionale e apprezzato avvocato penalista, Pier Luigi Landolfi, segretario del Pd di Teano, e Mariana Funaro, consigliere comunale uscente di Caserta, da poco approdata sulle sponde dem. Ancora incertezza sulle restanti due caselle da riempire. Graziano, che una ne pensa e cento ne fa, spinge per candidare almeno un’altra donna per ampliare il ventaglio delle accoppiate di Villano.

Mentre l’ottavo e ultimo posto potrebbe essere occupato da un amministratore locale dell’agro aversano. Opzione sicuramente indigesta a Graziano che invece vorrebbe avere campo libero nei comuni limitrofi della città normanna. Il deputato sta già scovando negli attrezzi del mestiere lo strumento adatto per “bruciare” un nome di intralcio al suo pupillo Villano. Diavolerie politiche.
Mario De Michele












