“Siamo ormai di fronte a un Pd casertano ridotto a un clan, chiuso, autoreferenziale, dominato da logiche personali e da equilibri di potere che nulla hanno a che vedere con la partecipazione, la trasparenza e il rispetto della base”. È impietosa e allo stesso tempo condivisibile la disamina di Alfonso Formato che si affida a un nota su Fb per criticare aspramente le scelte del partito sulla squadra messa in campo alle regionali della Campania. Dopo aver smaltito “la frustrazione per le recenti vicende”, quelle riguardanti la scandalosa epurazione di Massimo Schiavone, il consigliere comunale dem di Maddaloni non usa giri di parole. “La composizione della lista per le elezioni regionali rappresenta una delle pagine più amare e deludenti per chi, come me, milita da anni in questo partito. L’esclusione di Massimo Schiavone, che gode di un largo e autentico consenso sul territorio, è un atto politico miope e offensivo, dettato unicamente dalla paura del merito e della libertà di pensiero. A lui, che ha sempre risposto “presente” ogni volta in cui il partito gli ha chiesto candidature di servizio e senza posti al sole, va la mia piena solidarietà e la mia stima personale”.

Formato si sofferma anche sulla decisione di Pino Magliocca di autosospendersi dal partito. “Pur non condividendo la sua decisione, ne capisco profondamente le ragioni: è difficile riconoscersi in un partito che ha smarrito la sua anima collettiva e si comporta come una cerchia chiusa, dove pochi decidono per tutti. Spero che possa ritrovare le giuste motivazioni per riprendere un percorso che ci ha visti vicini negli ultimi anni: il Pd deve essere anche casa sua. Come sempre, sarò uomo squadra e sosterrò il Partito democratico in questa campagna elettorale, per rispetto degli elettori, dei militanti e della nostra storia. Anche se – osserva il consigliere comunale maddalonese – la strada è stata messa ancora di più in salita da chi ha puntato a coltivare esclusivamente il proprio orticello”.

Stefano Graziano

È ormai notorio il nome di chi “ha coltivato esclusivamente il proprio orticello”. Dietro il colpo di mano contro Schiavone c’è Stefano Graziano, che ha compiuto un attentato politico al Pd casertano pur di spianare la strada nel parlamentino campano al suo figlioccio Marco Villano. Per coltivare “il suo orticello” il deputato ha ordito una trama da film dell’orrore, calpestando un’ampia fetta della comunità dem e aggravando irrimediabilmente lo stato di salute di un partito già in coma profondo. “Subito dopo il voto – annuncia Formato – sarà inevitabile un confronto serrato e una piena assunzione di responsabilità da parte di chi ha trasformato il Pd in un apparato di potere personale, ostile al confronto e cieco di fronte alla realtà dei territori. Il Partito democratico può e deve tornare a essere una comunità aperta, libera e plurale, non il clan di manovratori e burattini”.

L’appello di Formato non cadrà nel vuoto. Il Pd casertano ha bisogno di una profonda rigenerazione. Deve tornare a essere davvero democratico. Deve ascoltare i dirigenti locali, i militanti, i simpatizzati, i territori. Questa è la sua vera vocazione. Questa è la sfida politica da affrontare. E vincere. Nonostante Graziano.

Mario De Michele

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