Accolta la la richiesta di rinvio a giudizio del pm a carico di Gerardo Ciavattone, 46 anni originario di Benevento ma abitante a Portico di Caserta da diversi anni. Contro di lui costituzione di parte civile di due noti imprenditori di Portico N.M. e N.P. con gli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo. Pesante il capo d’imputazione di cui deve rispondere il 46enne: stalking e atti persecutori perché, con condotte reiterate, poste in essere dal novembre 2024, molestava N. P. in modo da cagionargli un perdurante stato d’ansia e di paura, da ingenerargli un fondato timore per la propria incolumità e da costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita. In particolare, dopo aver approfittato della fiducia concessagli dall’imprenditore che lo aveva più volte ospitato presso la propria abitazione in cambio di un aiuto nelle faccende domestiche, una volta allontanato da casa per l’intervento dei figli di N.P. , poneva in essere delle condotte persecutorie.
In particolare in una circostanza si presentava presso l’abitazione di N. P. colpendo ripetutamente e rumorosamente il cancello di ingresso, poi si ripresentava lo stesso giorno alle due del mattino successivo ponendo in essere gli stessi comportamenti molesti. Successivamente cominciava a effettuare numerosissime telefonate sull’utenza mobile della parte offesa e si portava innanzi alla sua abitazione passando molte volte con l’autovettura dinanzi ad essa. Poi si fermava innanzi all’abitazione di N.P. con la sua auto costringendolo a far chiamare suo figlio, nei confronti del quale Ciavattone telefonava ripetutamente con chiamate mute o incomprensibili. Poi agli inizi di gennaio 2025 si recava a Curti, presso il mercato dove si era recato N.P. con la sua autovettura, si avvicinava all’auto della sua vittima e aprendo la porta prelevava dei documenti all’interno, allontanandosi.
In seguito effettuava circa cinquanta chiamate sull’utenza in uso al N. P. costringendolo a cambiare numero telefonico, infine nella stessa giornata, con una mazza da baseball, danneggiava l’autovettura di N.P, parcheggiata in Portico di Caserta, mandando in frantumi i fanali posteriori di “stop”. Infine minacciava il figlio della vittima N. M., puntando verso la sua direzione un’arma e successivamente, lo molestava effettuando numerose telefonate.












