Formale diffida del presidente del Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano Prof. Pietro Andrea Cappella alla Regione Campania sul provvedimento all’esame del Consiglio regionale che prevede il trasferimento in blocco dei 16 dipendenti del disciolto Consorzio di Bonifica della Valle Telesina all’Ente consortile di viale della Libertà.
All’indomani del via libera della prima commissione permanente Affari Istituzionali e Risorse Umane al progetto di legge recante modifiche legislative, al cui interno all’articolo 3 è prevista la presa in carico da parte del Sannio Alifano del personale del fallito consorzio beneventano, chiuso nel 2002 proprio per l’enorme massa debitoria con il passaggio del bacino con annessi operai stagionali tra acquaioli e pompisti sotto la giurisdizione del consorzio piedimontese, il presidente Cappella, assistito dagli avvocati Luigi Maria D’Angiolella ed Eleonora Marzano, ha prodotto una dettagliata relazione sull’illegittimità della legge e sui motivi che renderebbero inapplicabile la stessa legge in caso di sua approvazione finale. Da qui, la richiesta di “audizione dinanzi alle Commissioni ed ai soggetti competenti all’approvazione e alla promulgazione della legge al fine di poter illustrare in contradditorio con gli stessi, le ragioni per le quali la previsione dell’art.3 del progetto di legge appare del tutto incongruente con l’attuale situazione gestionale dell’Ente e di impossibile attuazione”, con relativa richiesta di sospendere, nelle more dei tale audizione, il procedimento di approvazione del provvedimento legislativo perché carente sotto il profilo procedurale. Nel contempo, Cappella ha diffidato sia il presidente del Consiglio regionale della Campania Paolo Romano “a non portare all’ordine del giorno il progetto di legge per l’approvazione in Consiglio, mancando i pareri delle Commissioni competenti, nonché la necessaria consultazione dello scrivente Consorzio ai sensi dell’art.55 del Regolamento consiliare, in quanto Ente direttamente interessato all’approvazione dello stesso provvedimento”, e sia il presidente della giunta regionale Stefano Caldoro “nelle denegata ipotesi in cui la legge fosse già stata approvata in aula, a non provvedere alla promulgazione della stessa, viste le evidenti carente procedurali”, invitando anche il Prefetto di Napoli, in qualità di rappresentante dello Stato per il sistema dei rapporti con le autonomie ai sensi dell’art.10 della legge n.131/2003, “a svolgere le necessarie verifiche di propria competenza e ad adottare gli opportuni e consequenziali provvedimenti”.