Nella bara tumulata nella basilica di Sant’Apollinare “c’é il corpo di un uomo corrispondente a quello di Enrico De Pedis”. E’ quanto si è appreso da fonti qualificate dopo i primi accertamenti seguiti all’apertura della bara dell’ex boss della Banda della Magliana.
“E’ solo un passo avanti per le indagini, speriamo si faccia chiarezza”. Queste le prime parole del fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, appena giunto con il suo avvocato nella Basilica di Sant’Apollinare a Roma, dove oggi sarà riaperto la tomba di Enrico De Pedis, il boss della Banda della Magliana, il cui nome è stato accostato alla scomparsa della figlia del messo vaticano di cui non si hanno notizie dal 1983. La decisione della Procura di riaprire la tomba è arrivata in seguito ad una telefonata alla trasmissione televisiva “Chi l’ ha visto” del 2005 e alla testimonianza dell’ex compagna di “Renatino” De Pedis, Sabrina Minardi, la quale rivelò che a sequestrare Emanuela Orlandi fu proprio De Pedis. Il cadavere di Enrico De Pedis, secondo quanto si è appreso, dovrebbe essere portato all’ istituto di Medicina legale della Sapienza per gli accertamenti ed il test del Dna. Intanto alla Basilica di Sant’Apollinare è arrivato anche il carro funebre che trasporterà le spoglie dell’ex boss della Banda Magliana che, subito dopo gli accertamenti disposti dalla Procura, dovrebbero essere traslate in un cimitero romano, probabilmente quello di Prima Porta. La Basilica nel cuore della capitale è off limits, protetta da un cordone di agenti di polizia ed alcuni carabinieri. Poco fa sono entrati anche i marmisti, gli operatori che avranno il compito di aprire la tomba di “Renatino”.