La polizia tributaria da questa mattina sta procedendo al sequestro di beni mobili e immobili intestati a due societa’ e ai suoi due amministratori che sono indagati nell’ambito di un’inchiesta della procura di Como che ha consentito di individuare un sistema di frode cosiddetta ”carosello” in materia di IVA.
I sequestri, effettuati sulla base dell’istituto del sequestro equivalente, sono stati disposti dal Gip e coinvolgono 11 conti correnti, 3 depositi titoli, 6 tra immobili e terreni dislocati in due province, 4 autoveicoli e partecipazioni societarie in 6 aziende, per un valore complessivo di circa 32 milioni di euro. L’indagine ha consentito di individuare 23 societa’ ”cartiere” operanti a livello nazionale (Lazio, Campania, Toscana e Piemonte) che tra il 2006 e il 2010, attraverso la triangolazione con 5 societa’ localizzate in Spagna, Germania, Lussemburgo, Repubblica Ceca e Cipro, hanno introdotto sul territorio italiano articoli di elettronica evadendo l’Iva grazie al ricorso a fatture per operazioni inesistenti. Il meccanismo, oltre ad aver determinato l’evasione fiscale, ha fortemente contribuito ad inquinare il mercato con prodotti a prezzo illegalmente ribassato. A beneficiare del sistema di frode sono state due aziende comasche che hanno annotato nella propria contabilita’ fatture false per oltre 100 milioni di euro, evadendo IVA e imposte dirette per complessivi 32 milioni di euro. Nell’ambito dell’inchiesta sono stati denunciati 24 imprenditori per frode fiscale, emissione e utilizzo di fatture false e indebita compensazione di crediti Iva e sono state interessate dalle indagini altre otto Procure della Repubblica competenti per territorio (Roma, Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Nola, Tivoli, Pisa, Torino, Latina).