CAPUA –   Sarà presentata venerdì 8 giugno prossimo nella splendida cornice del salone “Capecelatro” dell’ex Seminario di Capua, l’ultima fatica dello storico prof. Giancarlo Bova: “I più antichi documenti di S. Maria La Fossa, Greci ed Ebrei”, per i tipi della Edizioni Scientifiche Italiane di Napoli, patrocinato dal Comune di Santa Maria La Fossa. L’opera sarà illustrata, anche nei suoi aspetti tecnici, dal critico letterario prof. Giuseppe Rotoli. Interverranno S. E. mons. Bruno Schettino, arcivescovo di Capua; il dott. Antonio Papa, sindaco di Santa Maria La Fossa; il prof. Giovanni Di Cicco, dirigente scolastico del Liceo “Garofano” di Capua e l’autore prof. Giancarlo Bova.

Dopo il libro sulla storia della splendida Chiesa – Basilica dedicata all’Assunta (assolutamente da visitare), lo storico medievale prof. Bova ha voluto volgere lo sguardo alla storia ‘civile’ del borgo fossataro, pubblicando le più antiche pergamene che fanno in qualche modo riferimento ad esso e al suo ‘vissuto’. Attraverso quest’opera l’Autore presenta in maniera così viva la complessa documentazione relativa all’importante centro, che al lettore sembra quasi di essere presente alle aste pubbliche del tempo, o di trovarsi alla presenza dell’arcivescovo Stefano (1363-1380) o della badessa greca Galgana (1286-1339), o anche dei giudici riuniti in platea iudicum (Piazza dei Giudici) a Capua, mentre concedevano le terre agli abitanti della località, tra cui si ricorda un appezzamento del giudice Pietro de Vinea. Interessanti le notizie sui servizi personali che i concessionari di alcune terre dovevano prestare alla badessa del monastero di S. Giovanni delle Monache. Altrettanto importanti i riferimenti di Bova circa la presenza di numerosi greci nella zona, certamente discendenti dei più antichi abitanti della Magna Graecia, oltre a quella degli ebrei, tra cui vengono ricordati i fratelli Filippo e Pietro,cognomine Medici, figli del fu Pietro eiusdem cognominis, abitanti a Capua (1196), i quali risultano concessionari di una villa rustica a S. Maria la Fossa e sono menzionati anche come Pietro cognomine Ebreus, fratello dell’arciprete Filippo Medico, figli del fu Pietro eiusdem cognominis (1216). Certa la presenza nel territorio di S. Maria la Fossa della famiglia Cavalcanti di Firenze e non manca la notizia di un’incursione di Ungheri nel piccolo centro nel 1349, i quali probabilmente contribuirono a danneggiare ulteriormente gli affreschi della chiesa parrocchiale. Ai primi del ‘500 abitava nei paraggi anche un fratello di Ludovico de Abenavolo, l’eroe della disfida di Barletta (1503), agli ordini di Ettore Fieramosca da Capua.

 

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