Figurano anche due funzionari di altrettanti istituti di credito nell’inchiesta svolta dai finanzieri del nucleo di Polizia Tributaria di Caserta che ha accertato l’esistenza di un’organizzazione che avrebbe truffato la filiale del Monte dei Paschi di Siena di Caserta tramite l’erogazione di mutui per 1,4 milioni di euro per l’acquisto fittizio di immobili sovrastimati. Soldi poi finiti nelle tasche degli organizzatori.

Un’indagine che già nell’ottobre scorso aveva portato in carcere cinque persone, tra cui il promotore dell’associazione, Francesco Rinaldi di 45 anni; oggi invece, le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura hanno riguardato 4 persone, tutte napoletane, tra cui un altro dei presunti ideatori del raggiro, Antonio D’Alessandro, 44 anni di Casoria, per il quale è stato disposto l’arresto, e soprattutto i colletti bianchi che hanno reso possibile la truffa, andata a buon fine in ben undici pratiche di finanziamento. Si tratta del quarantanovenne Francesco Abate, direttore della filiale di Napoli della Banca Popolare di Bari e di Alessandro Carleo, di 48 anni, dipendente dell’area sud-ovest di Napoli del Monte dei Paschi di Siena, destinatari entrambi dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; obbligo di dimora nel territorio del Comune di Napoli per il quarantaseienne professionista Giuseppe Alimonda, colui che per l’accusa avrebbe redatto le perizie sovrastimate sul valore degli immobili, già posto ai domiciliari in occasione degli arresti dello scorso ottobre. In tutto sono 18 le persone indagate per reati che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al riciclaggio e al falso. In questi mesi dunque gli investigatori delle Fiamme gialle guidati dal colonnello Gaetano Senatore si sono concentrati su eventuali altri complici, in particolare sul ruolo ricoperto da funzionari infedeli nel raggiro, scoprendo che Abate, in qualità di direttore di filiale, aveva permesso a D’Alessandro e Rinaldi di ripulire 123mila euro frutto della truffa versando gli assegni erogati dalla Monte dei Paschi di Siena su conti-correnti intestati a persone inesistenti. In un giorno, hanno accertato i finanzieri, D’Alessandro con la complicità di Abate è riuscito a prelevare e a far sparire 87.500 euro. Carleo invece, incaricato dalla banca senese di operare ulteriori accertamenti sulle richieste di mutuo, dava un importante contributo al gruppo nominando come perito Giuseppe Alimonda. Quest’ultimo, è emerso durante le indagini, ha firmato perizie immobiliari avente anche un valore doppio rispetto a quello dei manufatti, consentendo così a D’Alessandro e Rinaldi di ottenere tramite acquirenti fittizi e falsa documentazione – relativa tanto all’identità dei richiedenti che ai rapporti di lavoro – il finanziamento a titolo di mutuo. All’istituto di credito restavano pochi strumenti di reazione, non potendo attivare l’ipoteca sugli immobili visto la nullità dei contratti e lo scarso valore commerciale dei manufatti. Tra i raggirati anche i notai presso cui venivano stipulati i contratti di compravendita.

 

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