Forte della “piena sintonia” con Francois Hollande, Mario Monti spera che l’Europa dia un segnale, in primis ai mercati, sulla volontà dei Ventisette di fare di più e meglio sul fronte della crescita. Il premier italiano non si illude: dalla cena informale dei capi di Stato e di governo non usciranno “decisioni” concrete. Concetto che il professore chiarisce fin dal suo arrivo a Bruxelles, anche per non creare false aspettative negli investitori, soprattutto dopo la pessima performance delle borse europee. Ma la speranza è che le “due idee forti” sul tavolo della cena nella sala del Justus Lipsus, eurobond e golden rule, presentate rispettivamente da Francia e Italia, siano perlomeno menzionate nello statement finale, affidato a Herman Van Rompuy, il presidente del Consiglio Ue che dovrà riferire dei risultati del summit.
Cosa non scontata, vista la ben nota opposizione della Germania sia alla mutualizzazione dei debiti, sia all’idea di trattare in modo diverso gli investimenti pubblici produttivi dalla spesa corrente nel computo del deficit. Il presidente del Consiglio, arrivando a Bruxelles, ha ribadito che la crescita per l’Italia resta una “priorità”, anche perché solo così viene assicurata quella disciplina di bilancio che l’Italia per prima considera irrinunciabile. La strategia italiana è chiara: la breve bilaterale con il presidente francese prima della summit informale è servita a far capire che Roma e Parigi sono sulla stessa lunghezza d’onda. “C’é piena sintonia” sulle misure che dovrebbero essere adottate, riferiscono fonti italiane al termine dell’incontro fra Monti e Hollande, citando espressamente sia gli eurobond che la golden rule, sebbene nella versione ridimensionata che Monti ha illustrato più volte per superare le perplessità tedesche. Il professore ritiene che indicando con precisione quali investimenti pubblici debbano essere “trattati in modo diverso” rispetto alla spesa corrente (ad esempio i progetti transeuropei come l’agenda digitale) si possa convincere Angela Merkel. Anche perché, spiegano fonti italiane, per una simile soluzione non servono modifiche delle regole Ue visto che “sono misure già previste anche nel Fiscal Compact”. Un messaggio inviato anche alla Commissione Ue che secondo Roma non è sufficientemente attenta alle proposte italiane. Ma soprattutto a Berlino. “Anche noi non vogliamo falle nella disciplina di bilancio”, assicurano infatti fonti di Roma. Monti sta anche bene attento a non dare l’impressione che Parigi e Roma vogliano isolare la Germania. Ritiene che un simile proposito non solo sia velleitario, ma anche controproducente. E’ meglio convincere la Merkel che ritrovarsi spaccati con il rischio di un pericoloso stallo, è la linea dettata dal premier. Ecco perché palazzo Chigi e l’Eliseo sembrano destinati a spartirsi i ruoli: al presidente francese quello del poliziotto cattivo, battagliero e determinato; al premier italiano quello del buono, mediatore e comprensivo. Nella speranza che la Grecia non faccia precipitare la situazione. Monti ha glissato sull’indiscrezione che i governi stiano predisponendo dei piani di emergenza in vista di una possibile uscita di Atene dall’euro. Ma non l’ha smentita. Segno che il rischio è considerato reale. Ecco perché l’Europa deve iniziare perlomeno a dare dei segnali.