E’ vivo e sta bene Luigi Rampini, lo scalatore milanese di 69 anni dato per morto da alcuni siti specializzati. Lo ha confermato poco fa all’ANSA l’Ambasciata Italiana a Pechino dopo che la notizia era stata diffusa nella notte dall’agenzia Nuova Cina. ”Luigi Rampini sta bene, ha dei segni di congelamento alle mani e al naso.
Stiamo seguendo la vicenda”, hanno detto i diplomatici della sede italiana a a Pechino. Secondo l’agenzia Nuova Cina, Rampini e’ stato recuperato dai soccorritori sull’Everest in un campo a 7.790 metri di altezza. La notizia, come scrive la Xinhua, era stata confermata da Tsering Samdrup, direttore della Tibet Himalaya Expedition Company, che ha trovato l’uomo nei pressi del campo 2. Un forte vento ha impedito le operazioni di soccorso ma cinque soccorritori sono riusciti a raggiungere Rampini alle 4 di ieri pomeriggio ora locale, portandogli i primi soccorsi. Ad un primo check up, Luigi Rampini starebbe bene anche se ha alcuni segno di congelamento alle dita e al naso. Il team di soccorso ha cominciato ieri la discesa alle 5 del pomeriggio. Luigi Rampini, nato ad Arluno, ex dipendente regionale dell’assessorato all’Ambiente della Lombardia, secondo il sito explorersweb.com era sceso a campo 3 dopo un tentativo andato male, e si era rifiutato di tornare a valle, ”in attesa di un’altra possibilita”. Appassionato scalatore con alle spalle decine di imprese alpinistiche, nel 2005 aveva raggiunto la vetta del Cho Oyu. Per gli alpinisti al campo base e i siti specializzati ieri era da considerarsi ‘morto’. Nello scorso week end sono state 8 le vittime sull’Everest, 11 dalla primavera di quest’anno.