Quella dell’ex premier Silvio Berlusconi è “solo una mossa per tenersi il Porcellum, andiamo avanti con le riforme possibili”. La pensa così il presidente della Camera Gianfranco Fini, che intervistato dal Corriere della Sera avverte come sulla proposta di semipresidenzialismo alla francese “siamo fuori tempo”.

Inoltre, fa notare, “il presidente andrebbe eletto prima del Parlamento”, e “il punto è: Berlusconi pensa che Napolitano debba dimettersi anzitempo? Oppure ritiene che, al contrario di quello che avviene in Francia, occorra eleggere il Parlamento prima del presidente? O secondo lui bisogna prolungare la legislatura, stuprando la Costituzione?”. “E’ difficile – afferma quindi – sottrarsi al sospetto che si sia trattato di un diversivo rispetto ai temi che sono sul tappeto, oppure di una sorta di apertura della campagna elettorale con l’effetto annuncio oppure ancora, come dice qualcuno più malizioso, che Berlusconi abbia voluto dimostrare di essere ancora in campo”. “Questa litania di unire tutti i moderati contro la sinistra – osserva poi il presidente della Camera – fotografa un’Italia che non c’é più. La parola moderato non significa nulla”. Fini apre al possibile ingresso in politica di Montezemolo: “Lo troverei un fatto positivo. Perché temere la concorrenza? E poi: chi lo ha detto che dovrebbe essere un concorrente?”. A Casini invece, Fini dice: “Se il mio amico Pier non lo vuole chiamare Terzo Polo, non chiamiamolo così ma che ci sia uno spazio che può essere occupato da una proposta politica seria, con un forte impianto riformatore che unisca varie culture politiche, da quella cattolica a quella liberlademocratica a quella di destra come la intendo io, è un dato di realtà da cui è difficile sfuggire”.

 

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