Cadaveri di bambini, anche di un anno, stesi a terra, alcuni con gli occhi sbarrati, altri con ferite devastanti al volto, altri ancora che sembrano dormire, con indosso il pigiamino. Il massacro di civili avvenuto ieri a Hula, di cui gli oppositori hanno diffuso le immagini su Internet,
sconvolge le coscienze e rischia di portare un colpo fatale ai tentativi dell’Onu di riportare la pace in Siria. Gli osservatori delle Nazioni Unite, arrivati oggi in questa città una ventina di chilometri da Homs, hanno confermato che almeno 92 persone sono state uccise, di cui 32 bambini, e hanno chiamato indirettamente in causa l’esercito. Gli inviati hanno infatti accertato “l’impiego dei cannoni di carri armati” nel bombardamento di Hula di ieri, ha affermato il capo della missione, il generale norvegese Roberto Mood, che ha definito l’episodio “una tragedia brutale” e ha evocato il pericolo di una “guerra civile” aperta. Quasi a conferma dei suoi timori, l’Esercito libero siriano, composto essenzialmente da militari disertori, ha detto che manderà “al diavolo” il piano dell’inviato Kofi Annan se l’Onu non interverrà immediatamente per mettere fine alle violenze del regime e ha lanciato un appello ai “paesi amici” dell’opposizione siriana affinché lancino “raid aerei” contro le forze del presidente Bashar al Assad. Le quali, da parte loro, continuano la repressione. Secondo i Comitati locali di coordinamento dell’opposizione, non meno di 40 persone sono state uccise anche oggi, diverse delle quali in manifestazioni in diverse città, in particolare Aleppo, Idlib e nei sobborghi di Damasco, contro il massacro di Hula.