POMIGLIANO D’ARCO – Domani le mogli dei cassaintegrati della Fiat di Pomigliano, effettueranno un volantinaggio davanti ai cancelli dello stabilimento per chiedere la “mobilitazione in massa” per difendere il lavoro dei loro mariti, e la partecipazione all’assemblea convocata per sabato in piazza Castello ad Acerra
. Una mobilitazione tutta al femminile che ha coinvolto anche lo Slai Cobas, nella cui sede, la scorsa settimana, è nato il “comitato mogli operai, disoccupate e lavoratrici”, formato dalle esponenti del gentil sesso provenienti anche da altre realtà industriali, sulla scia di una lettera a firma delle donne di Pomigliano. Sabato il singolare “comizio operaio di donne operaie”, che era stato in un primo momento convocato dal sindacato di base, per poi essere “affidato” alle donne portavoci di una battaglia che si preannuncia essere senza precedenti. “Molte donne del comitato non hanno la tuta blu – ha spiegato Mara Malavenda, dell’esecutivo nazionale Slai Cobas – ma tutte hanno il cuore blu, la testa blu, gli occhi blu… hanno cioé dentro di loro il significato del passato, le difficoltà del presente e scendono in campo per lottare come leonesse a fianco degli operai, i loro uomini, per costruire un futuro diverso e migliore per i loro figli”. Oggi, intanto, davanti allo stabilimento, gli esponenti del sindacato di base hanno distribuito volantini in cui denunciano il “fallimento del piano Marchionne”, commentando i dati diffusi nei giorni scorsi dal Lingotto sull’investimento a Pomigliano per la produzione della Panda, e sottolineando che nella relazione di bilancio si evince la perdita economica per Fiat, e quindi “si rileva anche l’annunciato licenziamento per 2500 lavoratori dal prossimo luglio”.