CASORIA – «Come commissione bonifiche ci stiamo recando in sopralluogo su tanti luoghi disastrati della Campania, ma a volte, come questa mattina, si resta shoccati a fronte di scene e fetori che è difficile descrivere» lo afferma il Presidente della Commissione Regionale Bonifiche ed Ecomafie Antonio Amato che questa mattina,

con i consiglieri regionali Mafalda Amente, Anita Sala e Gennaro Nocera, sindaco e assessori di Casoria, il Comitato No Discariche comuni a nord di Napoli ed altre associazioni e cittadini, si è recato in sopralluogo presso “Il Cantariello”, a Casoria, un sito di stoccaggio provvisorio autorizzato nel 2001 dal Commissariato di Governo per l’Emergenza Rifiuti in Campania, poi sequestrato per sversamenti illeciti, e, da orami 11 anni, mai svuotato delle 9 mila tonnellate di rifiuti stimate sotterrate. Una lunga vicenda giudiziaria che ha coinvolto il Consorzio di Bacino Na3, mai conclusa. Da mesi si ripetono fenomeni di autocombustione «Abbiamo visto e respirato colonne di fumo dal nauseabondo fetore che si alzano da cumuli di rifiuti coperti da un po’ di terreno. L’area è sequestrata eppure ci si può accedere senza problemi. Tutt’intorno continuano a sversare, anche ossa di animali. A pochi passi il centro abitato raggiunto, come stamattina, dai fumi, i grandi centri commerciali dove passano migliaia di persone, un accampamento ROM provvisoriamente autorizzato con oltre 200 persone, tantissimi bambini che vanno regolarmente a scuola ma sono costretti a vivere in condizioni ambientali disastrate, mentre di notte giungono ancora camion e lasciano rifiuti tutt’intorno, tanto poi sarà semplice incolpare i ROM, invece anche loro vittime di questa situazione. Anche perché» continua Amato «se c’è l’inciviltà di tanti, c’è anche il business dell’ecomafia, perché pure su alcune proprietà di questi terreni c’è molto da approfondire. Intorno continuano a coltivare e quei prodotti giungono sulle nostre tavole. E’ inconcepibile che manchi ancora addirittura una caratterizzazione completa dell’area, un minimo di messa in sicurezza. Non ci sono coperture, c’è solo una solfatara di monnezza. Comprendiamo» continua Amato «le necessità di indagine della magistratura, ma si evidenzia l’emergenza di intervenire per capire cosa e come fare. L’ARPAC deve entrare in quell’area e definire con urgenza gli interventi necessari perché esiste un evidente rischio per la salute pubblica. Chiederemo le necessarie autorizzazioni agli organi inquirenti. Come già alla RESIT si delinea con chiarezza» conclude il Presidente della Regione Amato «un’improcrastinabile emergenza territoriale che affronteremo con le altre insieme all’Assessore Romano. Nelle more del prossimo piano di bonifica si evidenziano scandali, come quello del Cantariello, di fronte ai quali bisogna fare qualcosa, senza più continuare con gli scaricabarile». La commissione ha realizzato alcuni video che verranno pubblicati anche in rete.

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