Lui insiste nel definirsi perseguitato dal fisco, ma i giudici tributari bocciano come “paradossale” il suo atteggiamento. Diego Armando Maradona rilancia la battaglia contro l’erario, annuncia di volersi rivolgere a Napolitano e al Papa, ma secondo la Commissione tributaria provinciale il suo ricorso era infondato, e resta debitore alle casse dello Stato italiano di 37,4 milioni di euro. Ieri, dopo una prima lettura della sentenza emessa dopo l’esame del ricorso, i suoi legali avevano annunciato una vittoria almeno parziale, ossia la cancellazione di alcune cartelle per circa 5 milioni di euro.
Oggi, dall’esame dettagliato del dispositivo firmato dai giudici, si evince che a cadere sono state solo quattro cartelle “minori”, per un totale di soli 3.148,53 euro, relative a imposte di registro per atti giudiziari e tre bolli auto. Nero su bianco, la Commissione respinge il ricorso principale, quello legato a due cartelle Irpef per complessivi 37.423.399,31 euro. Sempre oggi, il settimanale L’Espresso anticipa una intervista all’ex Pibe de oro, realizzata prima della sentenza. Maradona insiste: “Mi perseguitano ancora, anche dopo aver chiarito tutto. Qualcuno del fisco, che già aveva partecipato alle cause perse contro di me, pur sapendo bene che non era mai esistita nessuna violazione fiscale e che ero estraneo a tutto, mi ha fatto passare agli occhi del mondo, che invece non conosceva le vere carte, per evasore. E mi ha calunniato, forse solo perché ero un po’ napoletano e davo fastidio non essendo gestibile”. “Andrò personalmente dai ministri della Giustizia e delle Finanze e chiederò udienza al presidente della Repubblica. Poi tornerò anche dal Papa – annuncia – per far perdonare chi ha fatto tante cattiverie, che però dovrà pagare di tasca sua i danni provocatimi in questi 25 anni di insulti e pignoramenti”. Sulla “persecuzione” di cui si dice vittima Maradona, i giudici tributari napoletani hanno un’idea molto precisa. “I suoi difensori – si legge nella sentenza – non hanno mai provato o almeno dedotto che il loro rappresentato avrebbe a suo tempo presentato la dichiarazione dei redditi in modo da consentire la verifica circa la sua posizione, debitoria o creditoria. E’ quindi quanto meno apodittico, se non paradossale, dire che Maradona nulla deve al fisco per pagamento di tributi Irpef”. La parola, ora, passa alla Commissione tributaria d’appello, alla quale i legali di Maradona hanno annunciato l’ennesimo ricorso. (ANSA).