Omicidio volontario in concorso per ‘un avvertimento’ a suon di calci, pugni e colpi di spranga, degenerato in assasinio. Questo l’impianto accusatorio con cui sono state fermate 3 persone per l’uccisione di Dino Reatti, l’artigiano 48enne trovato agonizzante l’8 giugno all’alba nel giardino della sua casa di Anzola Emilia e spirato dopo meno di due ore in ospedale a Bologna.
I fermati sono la moglie, guardia giurata di 44 anni con compiti di centralinistra, da cui la vittima stava per separsi sebbene i due vivessero ancora sotto lo stesso tetto; il fidanzato della donna, un 35enne di San Giovanni in Persiceto con precedenti penali per atti di violenza, e un amico di quest’ultimo, un 40enne di Nonantola nel modenese che, secondo gli investigatore, sarebbe stato anch’egli invaghito della donna ma non conoscente della vittima. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri che hanno condotto le indagini coordinati della Procura l’omicidio sarebbe maturato nell’ambito della controversia tra moglie e marito che il 20 settembre sarebbero dovuti comparire davanti al giudice per l’udienza di separazione per via giudiziaria.