Un detenuto italiano di 38 anni, affetto da Hiv, e’ morto questa notte per arresto cardiaco nella sua cella nel carcere di Genova Marassi. Lo rende noto il Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
”La notizia della morte del detenuto intristisce tutti, specie coloro che il carcere lo vivono quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive, come le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio con professionalita’, zelo, abnegazione e soprattutto umanita’ in un contesto assai complicato per l’esasperante sovraffollamento”, commenta Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto , che ricorda come al Marassi ”al 31 maggio scorso, c’erano piu’ di 800 detenuti stipati in celle realizzate per ospitarne 450 e oltre 130 Agenti di Polizia Penitenziaria in meno rispetto agli organici previsti”. ”Nonostante l’Italia sia un Paese il cui ordinamento e’ caratterizzato da una legislazione all’avanguardia per quanto riguarda la possibilita’ che i tossicodipendenti possano scontare la pena all’esterno, i drogati detenuti in carcere sono tantissimi – denuncia il Sappe, mentre sarebbe ”preferibile che i detenuti tossicodipendenti, spesso condannati per spaccio di lieve entita’, scontino la pena fuori dal carcere, nelle Comunita’ di recupero, per porre in essere ogni sforzo concreto necessario ad aiutarli ad uscire definitivamente dal tragico tunnel della droga e, quindi, a non tornare a delinquere. I detenuti tossicodipendenti sono persone che commetto reati in relazione allo stato di malattia – conclude Martinelli – e quindi hanno bisogno di cure piuttosto che di reclusione”.