“Macroregione Padana” solidale con gli esodati e fronte unico dei governatori delle Regioni del nord con i sindaci leghisti e tutti quelli che si riconoscono nella ‘guerra istituzionale’ al governo Monti – tale l’ha battezzata Roberto Maroni – che prevede tra l’altro la violazione del Patto di stabilità.
E’ una Lega in buon equilibrio tra le sue diverse componenti quella che oggi a Verona, per il ‘No Imu day’, ha sferrato la sua offensiva alla crisi ed al governo Monti. Al Pdl di Alfano Maroni suggerisce di ‘togliere la spina’ per poi vedere se riaprire il dialogo, mentre la Lega intende ‘licenziare’ il Governo con la sfiducia. Al pubblico che scandisce il suo nome mentre si appresta a parlare, Maroni dal palco suggerisce di inneggiare alla Lega. “Questa non è la ‘mia’ Lega – afferma – è la Lega Nord per l’indipendenza della Padania”. “Non preoccupatevi quando vi dicono che ci stiamo ammazzando tra noi – rassicura da parte sua Bossi, ben accolto dal popolo leghista – la cosa principale è che la Lega deve vincere: Padania libera!”. La platea fa eco gridando a più riprese ‘secessione’. Ma è un percorso istituzionale quello indicato da Maroni in vista del congresso federale del 30 giugno prossimo ad Assago (Milano): rimessa al centro la “questione settentrionale”, la “guerra istituzionale contro il Governo” metterà in moto “la macroregione padana, la cui prima iniziativa congiunta delle tre Regioni del nord: Lombardia, Piemonte e Veneto, con i sindaci leghisti e non, sarà l’istituzione di un fondo di solidarietà a favore degli esodati”. “Saranno 330 mila i lavoratori padani – stima Maroni – che tra due anni saranno senza lavoro, senza cassa integrazione, senza pensione: un problema creato dal governo Monti che noi risolveremo”. “Nei prossimi mesi – avverte – avremo poi come obiettivo la cancellazione o la revisione del Patto di stabilità”. La protesta, intanto, trova la strada della prefettura con la consegna da parte di alcuni sindaci, Flavio Tosi in testa, della fascia tricolore. Una fascia che il sindaco di Verona, nella fretta, aveva lasciato sul palco; un particolare notato dallo stesso Bossi. Nelle parole di Maroni ampio spazio alle critiche al governo, con Monti che diventa il “Barbarossa da sconfiggere con la Lega dei liberi comuni, va costruita la Consulta federale delle autonomie”. Bossi vi ravvisa la realizzazione del “sogno” secessionista “che si avvicina”. Per il presidente della Lega Nord alla Camera Gianpaolo Dozzo, “la Padania ha tutte le carte in regola per entrare a pieno titolo in Europa”. Da parte sua, il governatore veneto Luca Zaia indica la “regionalizzazione del debito pubblico per uscire dall’impasse: una Regione come il Veneto in trent’anni se lo paga tutto e anche diminuendo le tasse ai veneti, in cambio però ci devono dare più autonomia, più libertà e potestà decisionale: il federalismo estremo”. Sulla tassa sulla prima casa, Flavio Tosi esprime tutta la sua contrarietà ma evidenzia: “l’invito all’obiezione fiscale lo fai se hai gli strumenti di difesa: mandare allo sbaraglio la gente sull’Imu sarebbe scorretto”. In Piazza dei Signori, a Verona, nelle mani dei tanti militanti le bandiere dell’Insubria, regione protostorica dell’Italia nord-occidentale, della Toscana con lo stemma del Granducato dei Medici e l’Alberto da Giussano con tutti i possibili sfondi regionali. Un solo Leone di San Marco a sventolare.