Vigilia di preoccupazione per il Consiglio europeo di giovedi’ e venerdi’ a Bruxelles considerato di fondamentale importanza per l’Europa in generale e per l’Italia in particolare. Una preoccupazione che e’ stata palpabile nel colloquio che si e’ svolto stamane al Quirinale e che ha visto il presidente della Repubblica GiorgioNapolitano ricevere il presidente del Conglio, Mario Monti, con il Ministro per le Politiche Europee, Enzo Moavero Milanesi, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Vittorio Grilli, il Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Marta Dassu’.
Una colazione di lavoro che, come da prassi, avviene sempre alla vigilia dei vertici europei. Al Quirinale riferiscono che sono stati esaminati i principali temi all’ordine del giorno del Consiglio europeo, anche alla luce delle ipotesi emerse la settimana scorsa al vertice romano con Hollande, Merkel e Rajoy. E dunque una linea di lavoro che prevede contemporaneamente sostegno alle politiche di rilancio della crescita economica insieme a quelle per il risanamento finanziario. Ma nonostante il vertice di venerdi’ con i principali leader europei sia stato positivo e faccia ben sperare, nell’incontro si e’ registrata un’altissima attenzione per l’esito di questo Consiglio europeo, nella consapevolezza che i risultati che il governo ‘portera’ a casa’ avranno un riflesso fondamentale nella politica nazionale. Da giorni si nota con apprensione il tentativo di molti esponenti politici di ‘alzare l’asticella’ dei risultati che ci si attende dall’esecutivo a Bruxelles. Anche per questo domani Monti vedra’ innanzitutto Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, e poi Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini. Un modo, ha spiegato al Capo dello Stato, per tastare il polso dei partiti di maggioranza, proprio nella settimana in cui la Camera vota le quattro fiducie al ddl di riforma del mercato del lavoro e si attende, molto probabilmente invano, una mozione unitaria di sostegno all’esecutivo per il Consiglio Ue. Ma soprattutto all’indomani delle nuove fibrillazioni che agitano tutti i partiti, a partire dal Pdl, e che hanno fatto esprimere ad alcuni leader politici il timore per una fine anticipata della legislatura.