NAPOLI – “Chiediamo e siamo pronti ad ospitare un confronto pubblico tra i tecnici che hanno stilato i documenti con i dati della tappa napoletana delle World Series”, lo annuncia l’associazione Fare città, guidata da Gianni Lettieri.
Sul sito, www.associazionefarecitta.it, è stato pubblicato, infatti, il documento che rivela le incongruenze degli studi recentemente presentati dagli organizzatori dell’evento.
“Nell’analisi presentata dall’università Parthenope – fanno sapere dall’associazione – la stima delle presenze fornite non è supportata da alcun elemento metodologico, né tantomeno è spiegato con quale metodo è stato individuato il campione a cui sottoporre il questionario di customer satisfaction. Analogamente, non si parla né degli spettatori unici né si forniscono indicazioni sulle spese medie degli spettatori”. Parlando dello studio che porta la firma della Deloitte, invece, “l’unico dato certo – si legge nel documento pubblicato sul sito dell’associazione – riguarda gli investimenti compiuti: 12,2 milioni di euro. Tale cifra non tiene conto delle risorse già impegnate per l’evento del 2013, e tale scelta è comprensibile se l’oggetto di analisi è l’evento svoltosi nel 2012. Il dato relativo al ritorno economico, invece, si basa su stime di cui non si conosce la metodologia e su tabelle istat di cui non viene fornita la modalità di riaggregazione”. Confrontando i dati degli investimenti sostenuti con fondi pubblici a Napoli e a Plymouth l’associazione Fare città ammette un errore: “il costo dell’evento a Napoli non è stato di 26,22 volte superiore rispetto a quello in Plymouth, ma di 44,51”. La fondatezza dei dati circa l’impatto dell’evento sulla città è invece tutto da verificare, “resta – prosegue il documento a firma di Fare città – una stima della Deloitte sulla base di una stima dell’Università di Napoli. La fondatezza, dunque, l’avremo solo quando verranno forniti dati definitivi (ad esempio il consolidato degli incassi registrati all’interno del Public Village). Ma una curiosità rimane: cosa se ne è fatto delle 1370 unità di nuova occupazione generata dall’evento? Nel documento non vi è traccia”. “Sembra – aggiungono i rappresentanti dell’associazione guidata da Lettieri – che l’unico risultato davvero rilevante sia quello della comunicazione, non veritiera e sicuramente poco trasparente, su cui varrebbe la pena indagare”.
“Fare città invita i tecnici delle diverse parti a confrontarsi in una tavola rotonda aperta al pubblico per fare finalmente chiarezza ed eliminare ogni dubbio, sicuri che ognuno sarà forte del proprio lavoro e non avrà problemi a confrontarsi con altri” concludono.