Esponenti di spicco della politica legata alla Regione Campania ed alla Provincia di Salerno fanno il tutto per tutto per mettere le mani su un Ente pubblico-privato ritenuto “redditizio”, intorno al protagonista della storia si mobilita la società civile, ed un solo capogruppo regionale, il PD Giuseppe Russo, prende posizione denunziando la faccenda alla Procura.

Avviene nel Cilento, anzi nel cuore fertile di quel Cilento che era stato aridissimo, l’ultimo episodio di mal costume a cui certa politica spregiudicata pare averci abituati. È proprio qui, infatti, che ha sede il Consorzio di bonifica “Velia”, nato intorno alla prima grande diga dell’Alento, edificata circa 35 anni fa e che oggi vede ben 12.000 consorziati usufruire della preziosissima risorsa acqua. Il Consorzio Velia, uno dei pochi esempi di enti virtuosi dell’intero mezzogiorno, è stato fondato e presieduto dall’Avvocato Franco Chirico, che ha dedicato e dedica a Velia le sue enormi capacità di proposta e di realizzazione, forza  propulsiva, prospetti di crescita. Tra gli ultimi progetti e risultati, utili d’esempio, il recente reperimento di finanziamenti per l’importo di circa 10 milioni di euro, la proposta progettuale dei gruppo Kairoli che prevede un investimento di 29 milioni di euro, il completamento della strada diga Alento-Stio, l’autonomia in campo energetico e finanziario, la creazione della società Idrocilento, che rappresenta nel quadro economico e finanziario locale la realtà imprenditoriale più importante che la società civile sia riuscita ad esprimere negli ultimi anni. Insomma, opere di valore inestimabile in grado di produrre occupazione e attività reddituali indotte in agricoltura e in altri settori. E forse è proprio questo il problema… perché la politica, o meglio, la mala-politica, dove vede capacità produttive tenta forzosamente di entrare con la sua avidità distruttiva e fagocitante. Un’alleanza di personaggi politici, infatti, entrata nell’Ente attraverso le scorciatoie che i partiti consentono, ha chiesto le dimissioni di Chirico per gestirne il ruolo, con l’arroganza ai limiti della legalità di una  categoria, che, in molti casi, è divenuta il vero male del paese: sono addirittura messe a verbale frasi di personaggi che dichiarano di compiere l’azione in oggetto per “mandato partitico”.

 

“Fatto sta –dichiara Franco Chirico (nella foto)-, che nel Cilento non ci stanno, la gente del Cilento non vuole permettere che, la risorsa acqua, cioè quello che è stato e che può ancora essere arricchimento di molti e di un intero territorio, venga trasformato nell’arricchimento politicizzato di pochi”. Nel giro di pochi giorni sono state raccolte ben duemila firme a sostegno dell’instancabile avvocato il quale, nel frattempo, non ha mancato di inviare un esposto denunciando la situazione paradossale e mettendola a conoscenza di ogni autorità politica ed amministrativa, dirigenti, assessori, capigruppo e presidenti. Perché nessuno possa dire di non sapere.

 

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