Il Tribunale della Liberta’ di Bologna ha applicato la misura degli arresti domiciliari per omicidio volontario a Pietro Fontanesi, 65enne ex vigile urbano in pensione accusato dell’omicidio del dottor Carlo Rombaldi, chirurgo ucciso a colpi di pistola fra il 7 e l’8 maggio 1992 a Reggio Emilia.

La decisione del tribunale e’ stata presa a seguito dell’appello della Procura di Reggio Emilia contro il rigetto del Gip della richiesta di applicazione della custodia cautelare. La procura aveva chiesto una misura cautelare, ma il gip Giovanni Ghini l’aveva negata sottolineando che non c’era piu’ pericolo di fuga, ne’ di inquinamento delle prove. Si tratta di un ‘cold case’ risolto dopo 20 anni e tanta ”caparbieta”’ della polizia e della procura di Reggio Emilia. Il Giudice – riferisce una nota della Questura di Reggio Emilia – ha riconosciuto la genuinita’ del valore probatorio delle risultanze investigative della Squadra Mobile reggiana, supportate dalla perizia balistica sull’arma in sequestro, all’epoca posseduta da Fontanesi, attribuendo validita’ sia al metodo che agli strumenti utilizzati. Il provvedimento giudiziario emesso in data di ieri a carico del 65enne diventera’ esecutivo dopo l’intervenuta definitivita’ dell’ordinanza. A incastrare Fontanesi – secondo le indagini – era stata soprattutto la pistola P38 Special che era in suo possesso vent’ anni fa e che, vent’anni dopo, si e’ scoperto essere l’arma dalla quale furono esplosi i colpi che uccisero il dottor Carlo Rombaldi. Grazie alle indagini della sezione delitti insoluti dello Sco erano state ricostruite le fonti di prova che un mese fa hanno portato all’incriminazione dell’uomo, ex vicino di casa del medico. Il delitto Rombaldi aveva colpito profondamente Reggio vent’anni fa. La notte fra il 7 e l’8 maggio Rombaldi era andato al lavoro all’Arcispedale Santa Maria Nuova e alla sera era uscito per un convegno medico a Reggio. Al termine, con un gruppo di colleghi, era andato in pizzeria per rientrare a casa, nella prima periferia, verso mezzanotte. Quaranta minuti dopo era stato soccorso davanti al suo garage, ferito da un proiettile che gli aveva trapassato un polmone. Altri due colpi si erano conficcati sul portone dell’autorimessa. Rombaldi mori’ poco dopo in ospedale. Secondo l’ipotesi investigativa, si era fermato a parlare con Fontanesi. Quella sera, in base a quanto ricostruito dagli inquirenti, i due avrebbero litigato, per motivi ancora da chiarire. Poi gli spari.

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