Un detenuto di 30 anni, di origine bosniaca, si e’ suicididato, questa mattina, intorno alle ore 5, nel bagno della cella del carcere di Vibo valentia, dove si trovava ristretto. L’uomo, C.S.N. doveva scontare 13 anni per reati contro la persona ed il patrimonio. P oco tempo fa aveva tentato l’evasione dalla casa di reclusione di Rossano (Cs).
A darne notizia e’ Gennarino De Fazio, della direzione nazionale della Uilpa penitenziari. Inutili i soccorsi immediati della Polizia penitenziaria e del personale medico del carcere. Il detenuto, dopo essersi attorcigliato attorno al collo un nodo scorsoio ricavato con le lenzuola in dotazione ed averne legato l’estremita’ all’inferriata della finestra, si e’ lanciato dal termosifone per imprimere maggiore slancio e forza alla stretta letale. “Personalmente – dice De Fazio – ho ormai perso il conto del numero di suicidi che continuano spaventosamente a perpetrarsi nelle nostre patrie galere e che fanno assumere al dato i connotati di un bollettino di guerra. Fra sovrappopolamento detentivo, ristrettezze economiche, spending review a senso unico fatte in casa e depauperamento degli organici, l’utenza e gli operatori sono coloro che ci rimettono, mentre al centro si continua a teorizzare ed a sperperare. E’ solo di qualche giorno addietro – aggiunge – infatti la notizia che la Calabria dopo il provveditore part-time da condividere ora con questa ora con quell’altra regione da piu’ di due anni, dovra’ riscoprire anche i direttori a servizio ridottissimo”. Il sindacalista sottolinea che il dirigente della casa circondariale di Vibo Valentia, Mario Antonio Galati, e’ stato inviato in servizio di missione per almeno tre giorni a settimana (“ma verosimilmente – aggiunge – saranno 4 o 5”) nella nuova struttura penitenziaria di Tempio Pausania. Cosi’ – aggiunge De Fazio – il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha conseguito almeno tre risultati davvero “lusinghieri”: ha sottratto una direzione certa, costante ed esclusiva al carcere vibonese, ha assicurato una guida intermittente alla nuova struttura penitenziaria di Tempio Pausania e dovra’ sostenere i costi per l’indennita’ di missione, compresi i trasferimenti aerei, per il Direttore e gli autisti. Tanto – ironizza – si sa che Vibo Valentia e Tempio Pausania sono ad un tiro di schioppo. Dunque – conclude il sindacalista – mentre a Roma si teorizzano la vigilanza dinamica ed i nuovi circuiti penitenziari, in Calabria la Polizia penitenziaria, sempre piu’ abbandonata a se stessa, ricorre all’ormai sperimentatissima arte dell’arrangiarsi chiedendosi di nuovo se e come si riuscira’ a superare l’estate, ma, soprattutto, quante vite dovranno ancora spegnersi prima che si accenda un faro efficace sull’universo carcerario e precipuamente su quello calabrese”.