”Ho ucciso mia moglie, arrestatemi”. Si e’ presentato in questura autoaccusandosi di uxoricidio, un pensionato di 68 anni di Sassari, che pero’, prima di andare dai poliziotti, e’ andato a chiedere scusa alla suocera per aver ucciso la figlia. ”Non volevo – ha detto all’anziana-, ma l’ho uccisa con il fucile. Non so come sia potuto accadere”.

E infatti, racconta il quotidiano La Nuova Sardegna, non era successo, l’aveva solo sognato. Il pensionato si e’ autodenunciato sabato sera e ha ”quasi fatto morire di dolore la suocera, confessandole un omicidio che aveva solo sognato”. Sogno tremendamente realistico perche’ ha raccontato all’anziana anche i dettagli dell’uxoricidio: la lite, le minacce, lo sparo al petto, la moglie che cade in un lago di sangue non lasciandole neppure la possibilita’ del dubbio. Qualche giorno prima infatti ”i segnali di un epilogo tragico di un me’nage coniugale ultratrentennale c’erano tutti: la coppia, che ha figli ormai grandi, aveva sempre avuto rapporti turbolenti fino alla separazione, avvenuta qualche mese fa”. Poi e’ andato dalla polizia a costituirsi. Al suo arrivo in questura, infatti, l’uomo ha scoperto quello che gli agenti della sezione volanti avevano gia’ accertato: la ex moglie era infatti viva e vegeta e moderatamente sollevata per lo scampato pericolo. La mente del pensionato ha infatti elaborato il finale di una scena realmente accaduta sabato pomeriggio nell’appartamento della moglie, quando i due ex coniugi si sono ritrovati per un chiarimento, che si e’ concluso con una lite memorabile e minacce di morte. Ma subito dopo aver minacciato la ex compagna , l’uomo come suo solito in queste occasioni si e’ rifugiato in un bar dove ha annegato nell’alcol rabbia e frustrazione. Nel pesante sonno seguito alla colossale sbronza, la fantasia del pensionato ha elaborato il seguito della scena familiare vissuta poco prima. Questa volta, invece di insultarlo senza dargli tregua e di rinfacciargli tutte le sue responsabilita’, la moglie cadeva senza un lamento, colpita da un proiettile calibro 12. Poi la sconvolgente voglia di confessare tutto, di svuotare il sacco e consegnarsi alla giustizia. In questura, dove ne hanno visto di tutti i colori, non era mai capitato di dover rassicurare un omicida con pacche sulle spalle. Poi sempre negli uffici della questura e’ andato in scena l’epilogo della surreale vicenda. Perfettamente sobrio, infatti, domenica mattina il pensionato si e’ presentato con il fucile detenuto legalmente e l’ha consegnato al funzionario di turno. Una precauzione doverosa: come recita un proverbio sardo i sogni ”sunt avvisos”, sono avvisi. Meglio quindi non rischiare e dare l’arma ai poliziotti.

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