Cori in sostegno dei pm Ingroia, Di Matteo e Scarpinato, “nessun silenzio né baciamano dal presidente della Repubblica Napolitano”. E’ quanto urlano in piazza i manifestanti, una centinaio all’incirca, del movimento delle agende rosse, che a Palermo ricordano con un corteo il giudice Borsellino.

Guidati da Salvatore Borsellino, scandiscono cori contro Marcello Dell’Utri, urlano ‘Fuori la mafia dallo Stato’ e chiedono verità e giustizia al presidente della Repubblica. Ha trattenuto le lacrime fino all’ultimo ma alla fine si è commosso Manfredi Borsellino leggendo il discorso che il padre, il giudice Borsellino lesse 20 anni fa, il 20 giugno 1992, dal pulpito del chiesa di San Domenico al termine della fiaccolata organizzata dall’Agesci all’indomani della strage di Capaci. Manfredi Borsellino, che sta partecipando, insieme alla sorella del giudice, Rita, e al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, alla tavola rotonda in corso nella chiesa San Domenico, si è commosso alla fine del discorso del magistrati aggiungendo a braccio tra le lacrime “Perché Giovanni Falcone… e mio padre sono vivi”.

 

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