Vedovo da pochi mesi, nessun figlio né parenti prossimi, solo una “grande simpatia per l’Arma dei carabinieri”. Così spiega l’avvocato Vito Pizzonia la decisione di un suo assistito, Sergio G., di lasciare in eredità al Fondo assistenza previdenza e premi per il personale dei Carabinieri 2 milioni e 145.000 euro.
Una scelta che ha spiazzato tutti, carabinieri compresi, anche perché scoperta dopo il suicidio dell’uomo di 82 anni, ex dirigente della Rinascente. Era affetto da numerose patologie che da anni lo stavano distruggendo fisicamente e moralmente, per questo ieri pomeriggio ha deciso di farla finita lanciandosi dalla finestra del suo appartamento nel centro di Milano, in corso Garibaldi 72. Prima di suicidarsi, però, ha scritto un biglietto su cui ha lasciato le indicazioni per eseguire il proprio testamento: “In caso di mia morte improvvisa rivolgetevi all’avvocato Vito Pizzonia, esecutore testamentario…”. E’ lui a spiegare che il signor Sergio G., “aveva una forte simpatia per i carabinieri”. Il legale non scende nei dettagli e non aggiunge altro sul rapporto che legava il suo cliente ai militari, ma lascia intendere l’esistenza di una forte amicizia tra l’uomo e un maresciallo di stanza a Roma, Antonio O. Forse lo aveva conosciuto grazie alla moglie, Franca Maria Antonella, di origini romane deceduta nel febbraio scorso a 80 anni, o magari in occasione di una richiesta d’aiuto. L’unica cosa certa è il lascito milionario che sembra un ringraziamento. Dopo la pensione i coniugi avevano deciso di trascorrere nove mesi all’anno in Spagna e successivamente hanno acquistato l’appartamento in corso Garibaldi. Qui hanno vissuto insieme fino alla morte della donna. Attorno alle 13.45 di ieri il signor Sergio era solo in casa, ha aperto la finestra e si è lasciato andare, precipitando sul marciapiede. La polizia ha trovato un biglietto nell’appartamento in cui non spiegava i motivi del gesto, né chiedeva scusa, bensì forniva solo precise indicazioni per eseguire il suo testamento da Pizzonia. Si era presentato nel suo ufficio di Milano qualche tempo prima per lasciare le ultime volontà: tutti i risparmi di una vita, quei 2 milioni e 145mila euro, voleva che finissero nelle casse del Fondo dei carabinieri.