AGRO AVERSANO – Il vento è cambiato. Il clan non fa più paura come un tempo e anche nell’agro aversano i commercianti iniziano a denunciare i tentati di estorsione. Il dato emerge dall’ordine di fermo notificato oggi dai carabinieri a sei persone tra cui Oreste Reccia, luogotenente del boss Salvatore Venosa.
Nel provvedimento sono infatti contenute le dichiarazioni di sette persone che ammettono di avere ricevuto richieste di denaro o di merce dagli indagati; due di loro, il proprietario di un laboratorio per la produzione di pasta fresca e il titolare di un negozio di autoricambi, si sono addirittura presentati spontaneamente ai carabinieri per denunciare, mentre gli altri – che il pentito Salvatore Venosa aveva indicato come persone taglieggiate – hanno ammesso la circostanza una volta convocate in caserma. Solo due tra convocati, i gestori di un centro scommesse, hanno negato per paura di avere ricevuto richieste di denaro.
I giorni in cui i carabinieri erano costretti a indagare senza il supporto delle vittime sembrano ormai lontano. Ora, non resta che attendere che il numero di commercianti coraggiosi aumenti fino a diventare la maggioranza assoluta.