di Cesario D’Agostino*

CESA – Vorrei ricordare al gruppo consiliare di opposizione e ai partiti che lo sostengono, che siamo stati eletti a maggio 2012, solo tre mesi fa, e che prima di noi c’erano altri ad amministrare, sostenuti dai partiti che oggi fanno opposizione. Ci siamo ritrovati con un taglio di trasferimenti da parte dello Stato di 342.000€

a cui vanno aggiunti 62.902€ di maggior importo per il pagamento delle rate di mutui, per un totale di 404.000€ in meno rispetto al 2011, da recuperare, tra l’altro, a metà anno. Per il recupero di tale importo abbiamo effettuato dei tagli: sulle spese telefoniche, si è ridotto il buono pasto dei dipendenti comunali da 12€ a 7€, sono state ridotte le spese per l’acquisto di libri, riviste e stampati del 10% con le spese per gli spettacoli organizzati direttamente dal comune, le spese per le feste natalizie e le solennità civili etc.

Inoltre, pur con dispiacere, abbiamo eliminato il servizio scuolabus per la scuola dell’infanzia, ritenendolo molto costoso rispetto al servizio offerto. Questo beneficio, reso in media a 35 bambini della scuola dell’infanzia, costava annualmente alle casse comunali molto di più (19.000€ per il noleggio dei due minibus, 4000€ per il carburante, il costo stipendiale di due autisti dipendenti comunali e 4 lavoratori socialmente Utili) rispetto ad un’entrata per il Comune di 10€ (retta mensile pagata dall’utente) per i 35 bambini pari a 350 € mensili che per nove mesi sono un totale di 3150 € all’anno. Abbiamo azzerato le integrazioni salariali a nove lavoratori socialmente utili di un costo di circa 60.000 € all’anno, ritenendo tale spesa ingiustificata, considerato che presso il Comune di Cesa esistono progetti per 50 Lavoratori Socialmente Utili , con a disposizione un numero di 20 ore lavorative che per i 50 (LSU) sono un totale di 1000 ore lavorative settimanali a disposizione della macchina comunale.

Tali integrazioni non sono giustificate soprattutto dal punto di vista contabile, determinando un aggravio alle casse comunali. Non bastando i tagli effettuati per coprire i 404.000 euro abbiamo introdotto l’addizionale comunale, salvaguardando le fasce di reddito medio basse. Infatti, chi guadagna 15.000 euro l’anno pagherà 15 euro all’anno, chi guadagna 22.000 euro l’anno pagherà 29 euro all’anno, chi guadagna 28.000 euro pagherà 41 euro all’anno. La legge consente ai consiglieri comunali, una volta approvato il bilancio in giunta comunale, di presentare, entro 15 giorni, emendamenti allo stesso, che possano essere discussi e approvati in consiglio comunale. Perché il gruppo di opposizione, invece di fare demagogia, non ha presentato proposte alternative che potevano essere discusse in consiglio comunale e, se meritevoli di considerazione, essere approvate?

Forse si preferisce fare chiacchiere e polemiche sterili con discorsi unicamente retorici per risultare più in gamba e magnanimi di altri, evitando di fare proposte concrete e serie, nelle quali illustrare modi alternativi e pratici per recuperare i 404.000 euro. Considero l’istruzione insieme alla ricerca le cose più importanti per lo sviluppo e il progresso di una società sana.

E a tal proposito, in merito alla questione riguardante l’Istituto Alberghiero, sottolineo che essa è uno dei primi punti del programma della lista che ha vinto le elezioni e proprio al fine di realizzare le cosiddette “promesse pre-elettorali” sulla base delle quali i nostri elettori hanno espresso il loro consenso, che l’attuale maggioranza sta attuando il recupero dello stabile di piazza “A. Moro” che, prima dell’istituto alberghiero, ospitava servizi di vario genere (circolo anziani, biblioteca comunale, servizio di esenzione ticket, etc), attualmente ubicati in locali in affitto con un costo per i cittadini di Cesa di 11.000 euro. Sottolineo, di fatti, che attualmente esiste una convenzione tra amministrazione Provinciale e Comune nella quale viene stabilito che lo stabile di Piazza “A. Moro” è stato dato alla Provincia a titolo gratuito ed a tempo indeterminato.

Questa è un’anomalia a carico esclusivo dei cittadini di Cesa, in quanto tutti le cittadine limitrofe, nelle quali è ubicata la sezione staccata di un istituto Superiore, hanno una Convenzione con la Provincia la quale stabilisce che solo per i primi cinque anni lo stabile viene ceduto ad uso gratuito. Passato tale periodo, la Provincia deve pagare l’affitto al Comune, cosa che per lo stabile di Piazza A. Moro non avverrà mai. Da qui la decisione di fare una delibera di Consiglio comunale di cambio di destinazione di uso scolastico, al fine di recuperare lo stabile. Inoltre, tale istituto alberghiero è una sezione staccata, mancante sia di laboratori adeguati a questo tipo di scuola superiore, sia della palestra per le attività di educazione fisica, che gli studenti sono costretti a ricercare in altri luoghi distanti.

Non ci sono possibilità che tale scuola diventi autonoma, in quanto, per far sì che questo avvenga, si devono comprare e mettere a disposizione dell’amministrazione Provinciale 15.000 metri quadrati di terreno per un prezzo che sicuramente la comunità cesana non può sopportare. Per legge, tutti gli edifici da adibire a scuole superiori devono essere a totale carico dell’amministrazione Provinciale e non possono essere sopportati da una piccola comunità di soli 8000 abitanti. Non ci dimentichiamo che a circa un kilometro e mezzo esiste un istituto alberghiero autonomo che è quello di Aversa.

 

*Vice Sindaco e assessore alla P. I, Affari generali e Lavori pubblici

Sub commissario Udc Cesa

Membro comitato politico provinciale Udc Caserta

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