PIEDIMONTE MATESE – Una revisione del regolamenti comunali in materia di liberalizzazione  commercio-esercizi pubblici.  Una verifica- aggiornamento il cui primo passo è costituito  da un atto di indirizzo che la giunta comunale , su impulso della maggioranza di “Piedimonte Democratica” ha indirizzato all’ufficio competente per una rivisitazione della materia che nell’ultimo decennio è stata caratterizzata da una sempre più profonda ed incisiva presenza ed applicazione del principio di libertà di impresa nei vari settori produttivi .

E l’indicazione è rivolta in primo luogo a mettere un po’ diordine  ai tanti interventi di liberalizzazione delle attività economiche contenuti in  leggi nazionali , comunitari o in tante sentenze della magistratura amministrativa, molti dei quali sono citati nella delibera di atto di indirizzo della giunta Cappello.  Una normativa  che non si può certo svuotare, limitare , ridimensionare  ma che va bilanciata con  altri “interessi in gioco”, come viene specifico nell’atto , cioè ad altri principi e valori  della legislazione comunitaria ed italiana. Insomma si vuole intervenire di fronte alla  “imponente ed alluvionale produzione normativa, di principio risulta finalizzata a sancire la liberalizzazione dei vari settori economici e, per quanto rileva ai fini del presente atto, di quello del commercio, attraverso disposizioni talvolta ridondanti e ripetitive che, in ogni caso, determinano senza dubbio alcuno l’effetto di superare definitivamente qualsiasi tentativo di ingerenza pubblica nella definizione degli equilibri di mercato, facendo comunque salvo il bilanciamento di interessi rispetto ad altri principi o valori di analogo o superiore rilievo; -in altri termini, la logica di liberalizzazione inaugurata dalla Direttiva “servizi” della CE è stata trasposta, sempre con riferimento al segmento commerciale, in atti aventi valenza interna e che talvolta hanno addirittura superato le soglie minimedi adeguamento prescritte dal legislatore comunitario, disponendo dei canoni ermeneutici di assoluta portata finalizzati a consacrare il principio di libera iniziativa economica, peraltro, già contenuto nella nostra stessa Carta costituzionale all’art. 41, quale caposaldo dello sviluppo; ciò nella sostanza non determina un’assoluta deregolamentazione del settore, bensì ne sposta i fondamenti da quelli basati sulla regolazioneautoritativa degli equilibri commerciali a quella della ponderazione degli interessi con altri che, definitivi come imperativi di interesse pubblico e predeterminati nella loro elencazione, rappresentano l’attuale paradigma in presenza del quale si possono adottare disposizioni limitative della libera impresa ” è scritto in maniera poco snella e complicata, nella delibera che non accenna minimamente alla presenza di altri strumenti operativi come il SIAD(strumento insediamento apparato distributivo) approvato  da un commissario ad acta  a seguito della inadempienza del comune.

Michele Martuscelli

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