Germania, Francia e Regno Unito non sono al riparo dalla crisi. I dati arrivati oggi da istituti di statistica e banche centrali confermano che anche i Paesi europei piu’ forti devono fare i conti con le difficolta’ di quelli piu’ deboli e che, come ha detto il governatore della Bank of England Mervyn King, ”per la ripresa ci vuole pazienza”.
I dati che fanno piu’ effetto sono forse quelli che arrivano dalla Germania, a cui Fitch ha peraltro confermato la tripla A: a giugno le esportazioni hanno registrato una flessione dell’1,5% e la produzione industriale ha fatto segnare un calo dello 0,9%. In entrambi i casi si tratta di risultati peggiori delle attese degli analisti e che seguono a quello estremamente negativo sugli ordini (-1,7% su maggio) arrivato ieri. La locomotiva tedesca, insomma, sta frenando vistosamente, anche se la Confindustria locale e’ sicura che a fine anno l’export sara’ su un ”buon livello”, in crescita del 3%. Gli analisti, invece, in generale non sono particolarmente ottimisti: ”La crisi e’ arrivata in Germania”, ha sentenziato Nick Kounis, di Abn Amro, all’agenzia Bloomberg, mentre Andreas Rees di Unicredit riconosce che ”l’outlook si sta deteriorando, particolarmente per le aziende esportatrici, ma i consumi rimarranno stabili e aiuteranno a evitare la recessione”. Recessione che, invece, non sembra evitabile in Francia. Secondo la Banque de France, infatti, nel secondo e nel terzo trimestre il Pil segnera’ una flessione dello 0,1%, facendo tornare il Paese nella lista di quelli in recessione tecnica per la prima volta dalla primavera del 2009. Le prime conferme arriveranno martedi’ prossimo, con la diffusione della stima sul Pil del primo trimestre da parte dell’Istituto di statistica (nello stesso giorno arrivera’ anche il dato tedesco). Il governo, intanto, ha comunque gia’ abbassato le proprie previsioni ai primi di luglio, puntando su una crescita dello 0,3% nel 2012 e dell’1,2% circa nel 2013, contro le precedenti stime di +0,4% e +1,7%. Cattive notizie, anche se viene confermato il segno piu’, arrivano infine da Oltremanica. Anche in questo caso e’ stata la Banca centrale (Bank of England) a lanciare l’allarme, tagliando le stime di crescita, che in due anni non superera’ il 2%, contro il +2,5% previsto il mese scorso. ”L’outlook per la crescita del Regno Unito rimane insolitamente incerto”, afferma il bollettino, in cui si legge anche che ”la piu’ grande minaccia alla ripresa deriva dal rischio che una risposta politica efficace non sia stata implementata in modo sufficientemente tempestivo nell’area euro”. Il grande malato, insomma, e’ l’Europa: ”Stiamo navigando in acque difficili e i nuvoloni neri continuano ad arrivare dall’area euro”, ha avvertito King, secondo il quale, dunque, ”per la ripresa ci vuole pazienza”.