”Il 29 agosto 1991 qui e’ stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia e dall’omerta’ dell’associazione industriali, dall’indifferenza dei partiti, dall’assenza dello Stato”. Il manifesto bianco, scritto a mano, e’ stato sistemato, per la diciannovesima volta consecutiva dalla figlia di Libero Grassi, Alice, sul muro di via Alfieri a Palermo. Qui, alle 7.30 di vent’anni fa, il 29 agosto 1991, il padre, venne ammazzato a colpi di pistola dai sicari di Cosa nostra. Con uno spray ross, la donna ha spruzzato la vernice sul marciapiedi, proprio nel punto in cui il padre cadde sotto i colpi degli assassini. E ancora una volta ha ribadito: ”Non vogliamo lapidi di marmo”. Accanto ad Alice Pina Maisano Grassi, vedova dell’imprenditore, con un mazzo di fiori in mano e il figlio Davide. ”Dobbiamo continuare con la nostra presenza attiva. Non dobbiamo mai dimenticare ma sempre parlare e parlare e ricordarci i tre valori di Libero: lavoro, liberta’ dignita”’, ha detto la vedova parlando con i giornalisti. Presenti, tra gli altri, il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, per la vedova Grassi una “persona per bene”, l’assessore regionale Giosue’ Marino, in rappresentanza del Governatore Lombardo, il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, il presidente onorario della federazione antitracket Tano Grasso, il Commissario per i Beni confiscati Giancarlo Trevisone, il sindaco di Palermo Diego Cammarata e altri esponenti politici, militari e delle forze dell’ordine. Oltre ai giovani di Addio Pizzo e Libero Futuro. Il prefetto al termine della cerimonia ha consegnato alla vedova Grassi tre messaggi dei presidenti di Camera e Senato e del presidente della Repubblica. Alla fine della cerimonia un lungo applauso ha salutato la donna e i figli.