Le carceri, ”un problema che mi sta molto a cuore”. Parola del ministro della Giustizia, Paola Severino, che in una lunga intervista a L’Espresso, parla della sua vita professionale e politica.
”Gia’ da avvocato – spiega – avevo avuto esperienza di questi gironi infernali nel carcere di Poggioreale, ma appena nominata ministro, in quello di Cagliari, dove ero andata per capire le dinamiche di un suicidio, un detenuto mi ha dato una lettera. Per me e’ stata una svolta”. ”Non l’avevo letta subito, ma mentre preparavo il discorso che avrei fatto a Rebibbia davanti al Papa, mi e’ stranamente rispuntata da una tasca. C’era tanta umanita’ nuda e sofferente in quella lettera che ho rinunciato al mio discorso e l’ho letta pubblicamente. Ogni volta che i detenuti mi applaudono mi sento in colpa per quell’applauso”. Per ora, spiega il ministro, ho fatto ” il possibile. Quasi 2mila posti in piu’ con i nuovi padiglioni, 3mila detenuti in meno con le sliding doors e altri 2mila con gli arresti domiciliari. Ma continuero’ a lavorare per loro”.