I cadaveri di sette persone facenti parte della stessa famiglia, tra cui tre bambini di 3, 7 e 9 anni di eta’ rispettivamente, sono stati rinvenuti dalla polizia in una tenuta agricola di Manlio Fabio Altamirano, cittadina situata alle porte di Veracruz, capitale dell’omonimo Stato nel Messico centro-orientale.
Del delitto sono sospettati i sicari al soldo delle bande di narcotrafficanti che imperversano nella zona. A rendere possibile la macabra scoperta sono stati i vicini delle vittime, che ne avevano segnalato la scomparsa dopo essersi insospettiti per il terribile lezzo che proveniva dalla fattoria. Dallo stato di decomposizione dei corpi, tutti con la gola tagliata, gli inquirenti hanno dedotto che i sette congiunti fossero stati uccisi almeno 72 ore prima. La strage e’ la seconda del genere in meno di una settimana dopo quella analoga, sempre ai danni di un identico nucleo familiare, perpetrata l’8 agosto scorso da sospetti ‘narcos’ ad Acapulco, nello Stato meridionale di Guerrero, sul Pacifico. Da quando il presidente messicano Felipe Calderon prese il potere nel dicembre 2006, intraprendendo una lotta senza quartiere contro la criminalita’ organizzata, nel Paese nord-americano sui sono contati oltre 55.000 tra omicidi e vere e proprie esecuzioni sommarie, risultato anche della feroce lotta tra bande per il controllo dei canali del traffico di stupefacenti diretto verso gli Stati Uniti.