Mentre torna pericolosamente d’attualita’ la questione greca, con il governo guidato da Antonis Samaras pronto a chiedere piu’ tempo per attuare le misure di austerita’, si aggravano le spaccature nel mondo politico tedesco, con le ale piu’ euroscettiche che alzano la voce contro l’apertura della Bce a una ripresa degli acquisti di titoli di Stato italiani e spagnoli in funzione anti-spread e criticano duramente il sostegno del cancelliere Angela Merkel alla linea del presidente dell’Eurotower, Mario Draghi.
Il parlamentare della Csu Klaus-Peter Willsch, tra i falchi piu’ rigorosi della maggioranza che sostiene Merkel, in un’intervista a Handesblatt ha chiesto una riforma della Bce che consenta a Berlino di esercitare il diritto di veto: “Serve un ribilanciamento dei diritti di voto nei corpi decisionali della Bce in proporzione alle responsabilita’ che si prendono i paesi; come creditore principale, la Germania deve avere il diritto di veto su tutte le questioni”. Secondo Willsch, tra le personalita’ piu’ euroscettiche del partito conservatore, Draghi sta facendo deragliare Francoforte dal suo mandato, in quanto intervenire sul mercato secondario per acquistare bond equivarrebbe a un sostegno diretto ai governi, il che e’ proibito dallo statuto dell’Eurotower: “Sotto Draghi la Bce si sta trasformando in un finanziatore di Stati e in una ‘bad bank’ in barba alla legge costituzionale europea”. Sulla stessa linea Franch Schaeffler dei liberali della Fdp, che sostengono la coalizione guidata da Cdu-Csu: “Che Cipro e Malta abbiano gli stessi diritti di voto della Germania e’ un grave errore”. E le critiche a Draghi arrivano anche da sinistra. Il portavoce della Spd per la politica economica, Carsten Schneider, sottolinea che a causa della crisi in corso la Germania si trova a dover garantire per un ammontare di mille miliardi di euro, “due terzi dei quali vanno messi sul conto della Bce, che prende le sue decisioni in maniera assolutamente non trasparente e non democratica”. Oltre alle spaccature interne alla maggioranza, Merkel si e’ ritrovata inoltre sul tavolo lo spinoso dossier ellenico. Secondo il ‘Financial Times’, il premier greco Antonis Samaras intende chiedere a Berlino due anni di tempo in piu’ per effettuare i nuovi tagli alla spesa da 11,5 miliardi concordati con i partner dell’Eurozona, prorogando la scadenza dal 2014 al 2016. Fonti di Atene hanno poi smentito, sostenendo che Samaras, che incontrera’ il cancelliere la settimana prossima, intende solo “sollevare una discussione politica”. La posizione tedesca resta pero’ irremovibile: la Grecia deve attenersi agli impegni presi, ha fatto sapere il portavoce del governo di Berlino.