L’evasione in Italia e’ un vero e proprio ‘tesoro’: secondo le stime piu’ recenti si attesterebbe a 120 miliardi di euro. Ma c’e’ anche chi si spinge a parlare di 250-275 miliardi. Cioe’ se si recuperasse tutta l’evasione nazionale si potrebbe ridurre di botto il debito pubblico del 5%, oppure cancellare in un colpo solo l’intero debito della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese.
In realta’ si recupera pero’ molto meno, anche se il trend e’ decisamente in salita: l’attivita’ di accertamento, lo scorso anno, ha fatto recuperare entrate per 11,5 miliardi di euro, confermando un trend estremamente positivo. Sono stati eseguiti oltre 700mila accertamenti (imposte dirette, Iva, Irap e Registro), circa 1 milione di controlli formali sulle dichiarazioni e oltre 300mila controlli sulle agevolazioni nel registro. Questi risultati – spiegava Attilio Befera, Direttore dell’Agenzia delle Entrate – sono destinati ad aumentare nel 2012, grazie agli strumenti introdotti dalle recenti disposizioni normative. Ed ecco le nuove ‘armi’ a disposizione dell’amministrazione: – Nuovo redditometro: il nuovo strumento individua oltre 100 voci di spesa con cui si confronteranno 22 milioni di famiglie. Alla fine della sperimentazione sara’ messo a punto per i contribuenti un software per orientare il cittadino sulla coerenza del reddito dichiarato rispetto alla capacita’ di spesa sostenuta. Il nuovo redditometro sara’ operativo entro il primo semestre del 2012. – Spesometro: Un’apposita banca dati raccogliera’ le informazioni che, confrontate con le altre contenute nell’Anagrafe tributaria, consentiranno la selezione dei contribuenti piu’ a rischio, da sottoporre a controllo. – Archivio dei rapporti finanziari: Gli operatori finanziari, nel 2012, devono comunicare tutte le informazioni su saldi e movimenti. Nessun ufficio avra’ accesso al data-base, che sara’ utilizzato solo a livello centrale e al solo scopo di individuare le posizioni a piu’ alto rischio di evasione. – Tutoraggio dei grandi contribuenti: Tutti i soggetti con volume d’affari o ricavi non inferiori a 100 milioni di euro saranno ”monitorati” in base alle risultanze di specifiche analisi di rischio, che tengono conto, oltre che del comportamento fiscale del contribuente, anche delle caratteristiche del settore economico in cui opera.