Un extracomunitario e’ morto annegato oggi pomeriggio nelle acque del fiume Brembo a Zogno, in valle Brembana (Bergamo). La figlia, invece, e’ stata tratta in salvo in extremis grazie all’intervento di un pescatore che si trovava sulla sponda del fiume quando delle grida hanno attirato la sua attenzione.
In acqua c’erano l’extracomunitario, del quale non sono ancora state ancora rese note le generalita’, e la figlia, entrambi in evidenti difficolta’. Nonostante i rischi per la presenza di mulinelli in quel tratto di fiume, il pescatore non ha esitato a tuffarsi, afferrando la figlia e trascinandola a riva. Si e’ quindi lanciato in acqua una seconda volta per recuperare il padre: lo ha afferrato e trascinato sulla sponda opposta dove per circa due ore il personale del 118 ha tentato, inutilmente, di rianimarlo. Padre e figlia si trovavano sul Brembo per godersi un po’ di refrigerio: con loro c’erano anche la moglie dell’extracomunitario e un’altra figlia, che non erano entrate in acqua. Si chiamava Abdessamad Khalvofi, aveva 42 anni e da 10 viveva con la famiglia a Zogno (Bergamo), il marocchino morto oggi pomeriggio nelle acque del fiume Brembo proprio a Zogno, tra l’altro non distante dal luogo della tragedia. La figlia salvata da un pescatore che non ha esitato a tuffarsi in acqua ha invece 10 anni. Dopo aver salvato la bambina, l’uomo si e’ rituffato nel Brembo e ha riportato a riva anche Abdessamed, che e’ pero’ morto dopo due ore, durante le quali il personale del 118 ha tentato invano di rianimarlo. Il quarantaduenne lavorava in un’azienda metallurgica di Dalmine (Bergamo) e lascia la moglie e un’altra figlia di 4 anni, che si trovavano a riva nel momento della tragedia. Il tratto di fiume dove l’immigrato e’ morto e’ noto per i pericolosi mulinelli. Sul posto anche i carabinieri di Zogno per chiarire nei dettagli la dinamica della tragedia: sembra infatti che l’extracomunitario si fosse buttato in acqua pur non sapendo nuotare per aiutare la figlia che era in difficolta’.