“La norma è chiara” e “non voglio neanche pensare lontanamente a forme di boicottaggio di questa operazione”. Lo dice al Messaggero il ministro della Sanità Renato Balduzzi a proposito delle nuove regole per la prescrizione dei farmaci, scattate a Ferragosto, che obbligano i medici a scrivere sulla ricetta il principio attivo del medicinale.
“Comprendo qualche lamentela – spiega il ministro – ma devo dire che dall’approvazione del decreto in Senato è passato circa un mese. La norma era già chiara e nel frattempo ogni eventuale dubbio è stato eliminato da una circolare del ministero”. Balduzzi precisa che al medico è consentito “obbligare il farmacista a consegnare un farmaco commerciale solo di fronte ad un problema di salute specifico”, ma “non è permesso scrivere sulla ricetta un farmaco specifico dicendo che lo chiede il paziente. Reazioni del genere non avrebbero senso”. Secondo stime del ministero citate da Balduzzi le famiglie da questa ‘rivoluzione’ risparmierebbero 800 milioni ogni anno. Ma ci sono vantaggi anche per lo Stato: “nel medio periodo la domanda dei farmaci equivalenti aumenterà e questo consentirà alle case produttrici di abbassare ulteriormente i prezzi alleggerendo la spesa del Servizio sanitario nazionale. E’ successo così in tutto il mondo e succederà così anche in Italia”. “I farmaci equivalenti – rassicura il ministro – non sono un’invenzione di questo Ferragosto. Comunque dal provvedimento sono esclusi i malati cronici che già assumono farmaci specifici”. Balduzzi invita quindi i medici di famiglia ad “essere propositivi” a non “guardare indietro”.