Il ricorso del Quirinale alla Consulta ”investendo un aspetto molto specifico, le intercettazioni che hanno coinvolto indirettamente il Quirinale, non interferisce sulla sostanza delle indagini” e dunque non si puo’ in alcun modo interpretare ”come una intimidazione nei confronti della magistratura”.
Al contrario ”e’ giusto che il Presidente della Repubblica abbia posto la questione all’organo competente, la Corte Costituzionale”. E’ l’opinione espressa dal presidente emerito della Consulta, Valerio Onida, intervistato dall”Unita”. Comunque l’indagine, aggiunge Onida, ”mi sembra sia di competenza del Tribunale dei ministri, non della Procura. Non lo dico io, lo dice la Costituzione”. Ed e’ proprio sulla legittimita’ dell’indagine si sofferma il costituzionalista. ”Il tema specifico delle intercettazioni che coinvolgono casualmente il Presidente della Repubblica ha dei margini di opinabilita’ – osserva Onida – ma il punto e’ un altro: perche’ nessuno parla della legittimita’ di questa indagine?”. Occorre capire ”se la procura e’ competente o meno. A me pare non lo sia, perche’ si indaga sostanzialmente su ipotetici reati ministeriali”. ”Non capisco perche’ Napolitano dovrebbe ritirare il suo ricorso” dice ancora il presidente emerito della Consulta, che auspica ”che la Corte si pronunci al piu’ presto per fare chiarezza”.