La Corte distrettuale federale di Portland in Oregon ha stabilito che la Santa Sede “non puo’ essere considerata come il datore di lavoro” dei sacerdoti e quindi responsabile in sede civile per gli abusi sessuali commessi dai chierici e dai religiosi. La sentenza riguarda il caso di padre Andrew Ronan,

dell’ordine del Servi di Maria, che nel 1965 aveva abusato di alcun ragazzi, a Chicago a Portland e a Benburg, in Irlanda. Ma questi episodi erano stati mantenuti segreti dall’ordine religioso e la Santa Sede era stata informata di tutto cio’ soltanto nel momento in cui Ronan chiese di essere dimesso dallo stato clericale, concedendo in poche settimane la riduzione allo stato laicale. “Questo caso e’ importante – ha dichiarato l’avvocato della Santa Sede, Jeffry Lena, al sito specializzato Vatican Insider – perche’ ancora una volta dimostra la distinzione tra certe accuse e la realta’ delle cose che emerge dai documenti. Dopo aver esaminato centinaia di pagine, il giudice non ha trovato alcun fondamento alla tesi dell’accusa che voleva considerare la Santa Sede ‘datore di lavoro’ di Ronan o comunque coinvolta nei fatti accaduti”. Lena ha preannunciato appello in quanto la sentenza e’ motivata da “mancanza di giurisdizione”, l’accusa, invece, perche’ resta convinta che la Santa Sede sarebbe in qualche modo coinvolta nei trasferimenti dei preti responsabili di abusi, e che questi preti “sarebbero da considerare ‘impiegati’ della stessa Santa Sede”.

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