La richiesta era partita una settimana fa, il 14 agosto. A formularla, il presidente dell’Emilia Romagna, Vasco Errani. Oggetto: prolungare le agevolazioni fiscali per i terremotati. Vale a dire rinviare i pagamenti delle tasse per chi ha subito danni dal sisma fino a tutto il 2013.

Perché, semplicemente, “non è giusto che paghi l’Imu chi ha una casa inagibile”. Una richiesta che viene respinta al mittente dall’Agenzia delle Entrate. Effetto: dal primo ottobre – in assenza di novità – gli emiliani torneranno a pagare le tasse sulla casa. Il 16 agosto, infatti, l’Agenzia delle Entrate ha replicato a Errani in modo secco. Non ci sono possibilità in tal senso. Niente ulteriore proroga per il pagamento della tasse fino al 2013. La posizione dell’Agenzia è affidata a una nota.

Si legge: “La scadenza del termine di sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari rimane fissata al 30 settembre 2012 fermo restando la possibilità di regolarizzare entro il 30 novembre 2012, senza applicazione di sanzioni e interessi, gli adempimenti concernenti le ritenute e relativi al periodo dal 20 maggio all’8 giugno 2012”. Cioè: dal primo ottobre i terremotati dell’Emilia tornano a pagare le tasse anche se le loro proprietà sono inagibili o parzialmente distrutte. Errani non ci sta. E, con lui, l’intera popolazione emiliana. Il presidente, anche Commissario per la ricostruzione, torna all’attacco il giorno dopo, in un incontro con i cittadini a San Felice sul Panaro, provincia di Modena. E stavolta non si tratta solo di una semplice richiesta.

Ma di una recriminazione, dolorosa. “Torneremo a lavorare sulla richiesta di rinvio di tutti i pagamenti per chi ha la casa inagibile o ha avuto danni all’azienda”, dice Errani. Gli applausi si sprecano. E il presidente incalza: “Chi ha avuto la casa inagibile non può pagare l’Imu anche nel 2013, un imprenditore che ha avuto danni non deve pagare le tasse nel 2013”. Una posizione resa forte dall’enorme lavoro svolto dalla regione negli ultimi mesi. Un impegno non facile, tra patto di stabilità e Spending Review. Errani promette battaglia, annuncia che porterà la questione a Roma, direttamente sul tavolo del Governo.

Una sponda arriva da Anna Maria Cancellieri: “Le trattative non sono ancora chiuse”, dice il ministro degli Interni. E intanto la mobilitazione nella regione, cresce. A prendere posizione, anche Confesercenti: “Lo stato ha deciso di far pagare le tasse ai terremotati dall’1 ottobre e questa è una scelta incomprensibile che non tiene conto della realtà”, commenta Massimo Silingardi.

Una decisione “grave, offensiva per chi sta cercando, con enormi sacrifici, di tornare alla normalità”. E a criticare la scelta del governo, anche il Partito della Rifondazione Comunista. “Facciano marcia indietro”. E l’argomento è simile a quello utilizzato da Errani: “Non è giusto far pagare Imu, Irpef e quant’altro anche a chi ha subito danni a causa del sisma”. E “ancora una volta si sacrificano gli interessi dei cittadini e dei territori, in nome del rigore di bilancio”. Non manca il suggerimento: i tagli si compiano altrove: “Ad esempio evitando spese per opere dannose e inutili, come la Tav in Val di Susa e il ponte sullo stretto di Messina o l’acquisto di 90 cacciabombardieri per 15 miliardi di euro”. “Non si può pretendere il pagamento delle tasse da zone colpite dal sisma solo pochi mesi fa”. E anche il Pdl raccoglie la richiesta di Vasco Errani. Lo afferma Isabella Bertolini: “Presenterò alla Camera un ordine del giorno per chiedere al Governo di prorogare di almeno un anno le scadenze per il pagamento dei tributi per chi vive e lavora nelle aree colpite dal terremoto”.

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