CAIVANO – “Ormai respiriamo pneumatici, e’ un dramma umanitario di dimensioni immani”. Don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa di San Pietro Apostolo al Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, si fa portavoce della sua comunita’ di fedeli, in gabbia tra i fumi dei roghi di ecoballe da un lato e di cumuli di rifiuti dall’altro.
“Bisogna spegnere i roghi tossici e bisogna farlo subito”, dichiara al termine della riunione in Prefettura convocata dal prefetto di Napoli Andrea De Martino, alla quale hanno partecipato i sindaci della provincia ma anche rappresentanti di associazioni e del Coordinamento comitati fuochi. Don Maurizio lancia l’allarme sull’azione delle forze dell’ordine, “alle quali rivolgiamo i nostri ringraziamenti ma c’e’ un problema di personale ed e’ un dato di fatto che il territorio non sia controllato a sufficienza. Un solo arresto per incendio di rifiuti da ottobre 2010 a luglio 2012 la dice lunga. La comunita’ sta pagando un prezzo altissimo, le ecoballe sono bombe ecologiche pronte ad esplodere. Le periferie sono allo stremo e non abbiamo piu’ fiato in gola per respirare. E’ un problema di ordine nazionale che non si puo’ risolvere solo a livello locale. Domenica scorsa bruciavano le ecoballe ad Acerra, intanto ad Afragola un deposito di detersivi era colpito da incendio. Caivano era in mezzo a una bomba tossica”.
Sabato prossimo, nella Villa Comunale di Caivano, si terra’ un incontro di preghiera alla presenza dei vescovi di Aversa, Caserta e Capua. Intanto il Coordinamento comitati fuochi, attraverso un comunicato, chiede l’istituzione di un sistema nazionale satellitare di tracciabilita’ dei flussi di rifiuti industriali e l’inasprimento delle pene per reati di trasporto e smaltimento illegale di rifiuti industriali equiparandolo a reato di camorra. A livello locale l’appello viene invece rivolto a Comuni, Province e Regione per provvedere a videosorveglianza nelle zone a maggiore incidenza del fenomeno roghi tossici, oltre a vigilanza e presidio del territorio condiviso e coordinato tra le varie amministrazioni interessate. Le richieste del Coordinamento saranno trasmesse alla Comunita’ Europea e alla Corte internazionale per i diritti umani.