NAPOLI – “La Cultura rappresenta un settore fondamentale e strategico e l’Ente Regione e tutti gli enti locali hanno il dovere di crederci ed investire. In questo contesto il supporto di intellettuali e critici è opportuno e rappresenta uno stimolo a fare sempre meglio, non dimenticando, però, le difficoltà generali nelle quali ci muoviamo. Altra cosa è assistere allo sfogo di alcuni intellettuali attenti a difendere interessi di parte e del loro pur prestigioso particolare.
Quegli stessi intellettuali che oggi esprimono preoccupazioni sul futuro di Napoli e della Campania, hanno fatto sentire la loro voce alta e forte quando si perpetrava la distruzione dei nostri territori, quando la politica allegra e disinvolta distruggeva il tessuto economico, le speranze dei giovani?” E’ quanto sottolinea il presidente del gruppo “Caldoro Presidente” del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Salvatore che, in una nota, aggiunge: “Stiamo attraversando una fase difficilissima come Regione e come Paese. La nostra priorità è quella di far quadrare i conti, di evitare sprechi e razionalizzare le spese. Condizioni indispensabili per costruire la crescita. Ed è cultura anche questa, cultura della legalità, cultura della spesa virtuosa, che dà anch’essa i suoi frutti”. “E’ di questi giorni – prosegue Salvatore – la valutazione di Standard & Poor’s che evidenzia il nuovo positivo corso che questa amministrazione regionale ha intrapreso, segnando nettamente il confine da quelle precedenti. Segnando una netta chiusura rispetto a scelte poco oculate, fatte nell’interesse di amici e sostenitori e non della cosa pubblica. Dagli intellettuali, dal mondo della cultura ci aspettiamo un contributo per il rilancio della nostra regione e del Mezzogiorno, uno sguardo più partecipe ai gravi problemi sociali che la crisi ha aperto. Ad un approfondimento sulla nuova genesi della crisi che stiamo attraversando cogliendone il potenziale distruttivo e sapendo individuare nuovi approdi”. “Gli intellettuali hanno il compito di leggere e capire la realtà, – aggiunge Salvatore – comprendere qual è la scala delle priorità, capire che è necessario intervenire nelle aree di crisi, nella tutela dell’ambiente e dare precedenza alle politiche per i giovani, ma soprattutto avere la capacità di provocare un dibattito sulla indifferibilità di un nuovo ‘patto sociale’ costruito su canoni diversi da quelli dominanti negli ultimi venti anni. Bisogna comprendere che quello che è avvenuto in passato non può più capitare”. “E’ finita la stagione della finanza allegra – conclude – e deve finire quella del dominio della finanza. Mi auguro che in questa direzione arrivino significativi spunti di riflessione, in assenza dei quali si corre il rischio di rimanere prigionieri di un ‘ordinario’ esclusivamente orientato a contenere i fattori di crisi, e all’interno del quale anche critiche legittime diventano sterili lamenti”.