“Un terzo dei parlamentari va scelto dai partiti con i listini bloccati. Certo, delle liste bloccate i partiti hanno fatto pessimo uso, ma senza di esse una serie di parlamentari di alto livello non sarebbero entrati o non entrerebbero più in Parlamento. Serve equilibrio, non demagogia”. Lo sostiene Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera del Pdl, in un’intervista al Mattino.
Cicchitto si mostra “cauto” sull’accordo per la legge elettorale. “Il filo del dialogo non si è mai interrotto ma su alcuni punti qualificanti esistono più opzioni: se il premio andrà al primo partito, come chiediamo noi del Pdl, o alla coalizione, come vuole il Pd, e di che entità sarà, se del 10% o del 15%. Poi, preferenze o collegi oppure una soluzione intermedia tra queste due ipotesi?”. In merito alle elezioni, “il Pdl resta la larga parte del centrodestra. Qualsiasi sarà il sistema elettorale, dovremo fare liste inclusive e non esclusive”, dichiara Cicchitto. “Non ho pregiudiziali sui nomi, ma ricordo a Berlusconi che la sigla del Pdl è conosciuta da tutti e che abbandonarla crea un problema di scarsa conoscibilità nell’elettorato”. Sulla grande coalizione, “a spazzare via ogni ipotesi ci ha pensato il segretario del Pd Bersani: considera chiusa l’esperienza Monti, lo critica già nell’oggi e pone una serie di problemi da qui alla fine della legislatura. Poi propone – prosegue Cicchitto – un patto da Vendola a Casini ma sulla base dell’assunto che bisogna superare una parte cospicua di quello che ha fatto sinora il governo. Come può reggere tale alleanza alla luce di quanto dicono, in modo opposto, da un lato Vendola e dall’altro Casini?”.