Un “affondo politico” fondato su “evidenti distorsioni della realta”, “un attacco politico verso l’Amministrazione”. Non usa mezze misure il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, nel rispondere alle dure critiche rivoltegli oggi dall’arcivescovo della città, cardinale Crescenzio Sepe, sulla possibile realizzazione di spazi a luci rosse per mettere un freno al fenomeno della prostituzione. Secondo de Magistris, invece, c’é bisogno di “unità e di amore, non di lacerazioni fondate sull’appartenenza”.
“Dal cardinale mi aspettavo un contributo, anche duro, e invece ho ricevuto un’invettiva. Mi sento ferito e dispiaciuto”. Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, replica all’arcivescovo che oggi ha commentato con parole dure l’ipotesi lanciata alcuni giorni fa dal primo cittadino in merito alla realizzazione in città di uno spazio, “lontano da abitazioni e uffici” – come ribadisce oggi il sindaco – per chi ha scelto di prostituirsi. Una replica, afferma de Magistris, “per legittima difesa”. Il sindaco spiega che il suo intento nel lanciare la proposta era di “aprire una discussione su un tema delicato” e che dal cardinale Sepe si aspettava che portasse all’interno del dibattito “un punto di vista strettamente ecclesiale di cui tenere conto sia nella discussione che nella successiva decisione”. De Magistris sottolinea che la sua proposta non va nella direzione di realizzare ‘case chiuse’, ma mira “ad adibire uno spazio cittadino, lontano da abitazioni e uffici, a chi ha scelto di prostituirsi, per evitarne – aggiunge – lo sfruttamento criminale e garantire sicurezza e controllo sanitario nei confronti di quante e quanti ecidono di prostituirsi, con l’obiettivo finale della riduzione al minimo se non dell’eliminazione auspicabile del mercimonio del corpo”.