Nessuna grazia per la Circe della Versilia, Maria Luigia Redoli, 72 anni, condannata all’ergastolo in via definitiva insieme all’amante Carlo Cappelletti per l’omicidio del marito Luciano Iacopi, avvenuto il 17 luglio 1989. I figli, Tamara e Diego Iacopi hanno infatti formalmente ribadito il loro secco ‘no’
alla richiesta di grazia avanzata dalla madre al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. A renderlo noto gli stessi figli in una lettera inviata e pubblicata dal quotidiano ‘Il Tirreno’. Tamara e Diego Iacopi – risultati totalmente estranei all’omicidio del padre e che nel frattempo si sono rifatti una vita fra Viareggio e la provincia di Arezzo – sono stati convocati dalla polizia per essere ascoltati in merito al provvedimento di clemenza avanzato dalla madre al capo dello Stato. E hanno dichiarato nero su bianco la propria netta contrarieta’ ad ogni forma di perdono. Mettendo probabilmente una pietra tombale sopra l’iter presidenziale. E sulle speranze della Redoli, che nel frattempo ha comunque ottenuto il regime di semiliberta’ e durante il giorno puo’ uscire dal carcere milanese di Opera per recarsi al lavoro in una comunita’ di recupero. ‘Nonostante siano trascorsi gli anni – scrive Tamara nella lettera anche a nome del fratello Diego – pensavo che nostra madre si fosse calmata. Si e’ risposata ma non e’ servito a nulla. Neanche la vita matrimoniale e quella del carcere sono servite a rabbonire il suo animo cattivo e malvagio. Considerato quello che e’ accaduto, oggi non intendiamo neanche darle una adeguata sepoltura: per noi e’ gia’ morta e sepolta”. La Redoli ultimamente ha affermato che l’omicidio e’ da attribuire alla figlia. Luciano Iacopi viene ritrovato ucciso con 17 coltellate alle 2 del mattino del 17 luglio 1989. Per il delitto vennero arrestati e condannati la Redoli, all’epoca 50enne, e l’amante, il carabiniere 25enne Carlo Cappelletti.