Riceviamo e pubblichiamo una nota di Pasquale Iorio, vicepresidente nazionale Aislo, sulla chiusura di “Fresco di Stampa”. Chiude un altro giornale Un’altra brutta notizia per l’informazione cartacea in Provincia di Caserta (come viene riportato oggi su Casertanews): sabato sarà in edicola l’ultimo numero del mensile Fresco di Stampa.
Era una delle poche testate che cercava di fare un giornalismo d’inchiesta e di informazione. L’unico mensile che era diffuso nelle edicole di Terra di Lavoro (ed anche dell’area metropolitana di Napoli). Come periodico, per ora rimane in vita solo Il Caffè, distribuito in modo artigianale nella città capoluogo. Un vero deserto informativo. Rimangono attive solo 3 testate di quotidiani, due delle quale dedite quasi solo alla cronaca nera . Si comprende così perché Caserta rimane agli ultimi posti delle graduatorie relative alla qualità della vita, tra cui spicca il dato del minor numero di lettori di giornali e di libri.
Per fare fronte a questa situazione non degna di un paese civile e moderno occorre uno sforzo di mobilitazione da parte di tutte le forze e produttive. In questa direzione va il progetto di attivare le piazze del sapere, facendo leva sulla collaborazione tra la rete di associazioni del terzo settore e del volontariato con le librerie ed altre strutture (come le biblioteche, che vanno scomparando). Oramai abbiamo raggiunto un punto critico dal quale non si può fare altro che risalire la china. Nella città di Caserta, ma anche in altri centri della provincia, si cominciano a manifestare segni di vivacità e di volontà tesi a recuperare i valori migliori della propria tradizione, della propria terra. Emerge un tessuto di realtà e di reti associative, che spesso sono ben più avanti della classe politica e del ceto di governo locale.
E’ su queste realtà che si può fare leva. Ma non basta. Occorre una maggiore attenzione e consapevolezze delle forze politiche e delle istituzioni locali. Devono capire che oggi la cultura ed il sapere sono diventati fattori decisivi per fare fronte alle sfide globali, per costruire la società della conoscenza, per competere con servizi e produzioni di qualità ed innovative. Nello stesso tempo sono necessari apporti da parte del mondo delle imprese, della finanza, con investimenti dedicati alla formazione di nuove competenze e di nuovi saperi. Con le scuole dell’autonomia e con i poli universitari si possono integrare sapere e territorio. E’ questa la vera sfida per offrire un futuro e speranze alle nuove generazioni: far diventare la cultura un fattore di coesione sociale, di apprendimento permanente e di partecipazione consapevole. Insomma, dobbiamo tutti impegnarci per percorsi di cittadinanza attiva. Come sostiene Marta Nussbaum nel suo recente e bellissimo saggio: non si vive solo per profitto, ma per un nuovo “sapere socratico” come base di percorsi di sviluppo locale e di innovazione”.